Società

di Fabio Annovazzi

Ritorniamo ad una sana ecologia umana lontana dalle mode del momento

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Oramai basta un piccolo temporale per scatenare la retorica ambientalista più sguaiata. Ogni evento atmosferico è buono per sobillare una perniciosa ideologia catastrofista che inquina le menti più del petrolio. Spesso e volentieri ci si mettono anche i bollettini meteo dei vari enti nazionali o regionali a creare paure e tremori inutili per fenomeni il più delle volte del tutto naturali. A sentire blaterare questa specie di ecoterroristi siamo a due passi dalla tragedia, e il pianeta naviga in acque davvero minacciose dove la fine è prossima. Davvero incredibile questa psicosi generalizzata che avanza silenziosa ad ogni minimo prurito del cielo. L’inverno nevica e fa freddo? Giù titoloni per l’arrivo di una possibile nuova era glaciale. La primavera e l’autunno sono stagioni piovose in cui i fiumi spesso si ingrossano a dismisura? A detta di certe testate occorre preparare alla svelta una nuova arca di Noè o una zattera di salvataggio. L’estate è calda e a volte rovente nel centro sud? A sentire la maggioranza stiamo morendo arrostiti come polli allo spiedo e non abbiamo più scampo. E’ molto difficoltoso fare un ragionamento ponderato al giorno d’oggi, tutto viaggia sull’emotività e gli spaventi del momento. Trovare persone che sappiano usare ragione ed equilibrio dinnanzi agli eventi della natura è impresa assai ardua. Con ciò non nego che il riscaldamento globale, e alcuni fenomeni estremi, siano in indiscutibile aumento, la matematica è una scienza esatta da cui non si può fuggire. Si questiona in ambito scientifico di chi sia la colpa, ed in quale maniera vi abbia contribuito l’uomo, ma mi sembra abbastanza inequivocabile che certi subdoli personaggi soffino appositamente sul fuoco per ampliare oltremisura l’incendio, nell’evidente tentativo di guadagnarci il più possibile. Ricercare notizie affidabili e super partes diventa quindi assai difficile, se non impossibile. La conseguenza pratica è che le ideologie proliferano e gli slogan di facile presa entrano nella testa delle persone con una rapidità disarmante. Quando si parla di clima e meteorologia occorrerebbe andarci con le pinze evitando i soliti estremisti che, o enfatizzano gli eventi in maniera esasperante, o, viceversa, li sminuiscono eccessivamente. L’iperinformazione virtuale in ambito non giova affatto e mi fa sorridere il fatto che per molti la gita domenicale debba dipendere unicamente da cosa dice l’app del telefonino in merito. Gli evidentissimi segni che spesso il cielo ci da non li nota più nessuno, pochi sono capaci di leggere i moniti premonitori della natura. E’una conseguenza inevitabile di sguardi troppo proni sugli schermi che non sanno più guardare in alto al di là del proprio naso. Poi, forti di queste informazioni spesso farlocche ed ipotetiche, ci si lascia andare in una sguaiata retorica da finimondo. Si invocano soluzioni che sanno di una faciloneria estrema: l’homos urbanus pensa di diminuire la temperatura del pianeta come abbassa il termostato del salotto. Che babbeo. Si illude che con l’elettrico e le batterie si risolverà drasticamente il problema della CO2; che fotovoltaico ed eolico siano, alla stregua della manna nel deserto per il popolo ebraico, l’unica salvezza attuabile. Illusi. Dietro queste cartine di tornasole vi è infatti un discorso molto più complesso ed articolato in cui le mode del momento non c’azzeccano affatto. Mode dannosissime tra l’altro, che se perpetrate finiranno per aggravare ulteriormente i danni al pianeta. E non credo proprio che modificando gli addendi il risultato cambi: sei più tre, o cinque più quattro fa sempre nove. Andando sul pratico, figuriamoci se il regime cinese (e company) si farà delle remore in merito, continuerà tranquillo nella demolizione della terra per i propri loschi interessi ideologici cambiando semplicemente prodotto. Che sia il petrolio, oppure il litio, il nickel o il cobalto a loro poco importa, l’obbiettivo di fondo è perpetrare in eterno il loro regime malefico stile grande fratello, passando magari anche, agli occhi della comunità internazionale, come salvatori dell’umanità. Oramai i grossi e grassi magnati delle multinazionali si sono già convertiti da tempo alla cosiddetta green economy, pronti a piazzare i loro prodotti “ecologici” là dove gli igna(vi)ri pesci abboccano tranquillamente. Praticamente coloro che hanno contribuito in maniera determinante a devastare il creato ora si ergono a buoni samaritani della natura. C’è inequivocabile puzza di bruciato, meditate gente, meditate. Se il lupo invita a casa sua l’agnello, quest’ultimo non farà certo una bella fine. Detto in poche parole: chi ha cooperato a creare una globalizzazione selvaggia senza regole che assassina le peculiarità locali, l’economia circolare, e schiavizza gli operai con paghe da fame e turni massacranti, in questo momento storico ha anche la faccia tosta di erigersi a paladino dell’ecologicamente corretto. E giù applausi a scena aperta da parte dei boccaloni ammaliati dai loro mezzi di informazione. Poveri illusi dalle nuove mode verdi, con questi uomini al comando il mondo è davvero allo sbando. La cosa più fastidiosa è che se non segui il loro diktat ti fanno sentire pure in colpa, una specie di pecora nera da allontanare dal gregge. Ti additano ad indefesso untore di cielo, terra e mare. Ti portano come esempio negativo per dare fiato alle loro deliranti tesi che indicano nell’’uomo e nel sovraffollamento della Terra il male assoluto che ci porterà alla rovina. Sarò magari cattivo, ma se la pensano in tal modo non capisco perché non comincino loro gentilmente a dare l’esempio togliendo il disturbo. Credono in realtà di essere i padroni del mondo e del clima, di poter disporre a piacimento di pedine stolte da muovere secondo i loro pruriti. Presuntuosi e arroganti. Si vede che la pandemia non gli ha abbassato per nulla le ali, nel loro delirio di onnipotenza reputano probabilmente di essere immortali. Purtroppo il loro proselitismo sfrenato crea un sacco di adepti pronti a morire per la causa, pericolosi tanto e più dei loro principali. Forse ci si dimentica che non è l’uomo in se ad inquinare e distruggere il mondo, ma il male insito nel cuore delle persone, che poi diventa ideologia, a fare gravi danni anche alla natura. Noi cristiani chiamiamo questo male peccato, subendo le derisioni dei plutocrati e dei loro ignari fan. Se osi dire a certi soloni che l’uomo è al centro del creato, in quanto creato ad immagine e somiglianza di Dio, ti riempiono di insulti e sberleffi. Siamo solo delle scimmie più evolute a loro dire, la religione poi per costoro è ancora l’oppio dei popoli e la rovina delle genti. Sono persino felici del nulla esistenziale che propinano, per loro veniamo dalla gaia terra e alla gaia terra torniamo, per cui il nuovo mito è il mantra verde da adorare come il vitello d’oro. Rifiutiamo questa logica perversa di schiavi supini da mungere a piacimento. Ribelliamoci a questo consumismo sfrenato che ingrassa chi è già ampiamente obeso e fa viceversa morire di fame tutte le nostre economie locali. Stiamo lontani da prodotti che sono fatti speculando sulla vita e la salute degli uomini, anche se in apparenza non inquinano. Evitiamo gli sprechi che sono la vera peste della modernità attuale. Ogni cibo o pane buttato è un insulto al povero, diceva tempo fa Papa Francesco. Quanto ha ragione il pontefice, se non ci fossero questi incredibili sperperi si potrebbe dar da mangiare tranquillamente al doppio della popolazione mondiale attuale. Questo è il vero e più grave inquinamento che va combattuto nel mondo. Per merce di qualsiasi tipo fatta a discapito della pelle degli ultimi e dei penultimi io imporrei dei dazi salatissimi, anche a costo di subire ritorsioni. Perché là dove l’uomo sfrutta per avidità un altro uomo, vi è il male più grande e la contaminazione più feroce. Se si ferma questo processo perverso il mondo sarà senza dubbio più in salute. Utopie? Mica tanto, se si parte da una vera ecologia umana tutto il resto viene di seguito. Il creato va senza dubbio rispettato e non demolito ma questa nuova religione che impone di idolatrare la madre terra è quanto di più pericoloso, pernicioso e deleterio possa esistere. Credenti, state lontano da questi imbroglioni travestiti da salvatori del pianeta, non fatevi ammaliare da queste perfide sirene che vi faranno sfracellare contro gli scogli. E’ necessaria l’umiltà di riconoscersi creature fragili, bisognose di un Padre che li guidi saggiamente. Noi veniamo da Dio e a Dio torniamo, solo lui dobbiamo adorare, unicamente dinnanzi al Creatore ci dobbiamo inginocchiare. Diffidate da chi vi vuole fare venerare un albero o un animale, è solo fuffa avariata con dietro un nemico preciso che odia l’uomo sin dalle sue origini e vuol farlo morire spiritualmente e fisicamente. Stiamo dalla parte dell’esercito della luce, lontano dai pessimisti seminatori di tenebre, e verrà allora come naturale conseguenza un mondo più vivibile. Quando, dopo un accurata pulizia, il cuore dell’uomo diviene limpido e trasparente il male non trionfa, l’inquinamento cala, l’aria torna respirabile, la natura e gli esseri viventi proliferano quieti, e i fenomeni estremi sono ridotti al lumicino. Questo è il mondo nuovo della pace promesso da Maria nelle sue ultime apparizioni. Diamogli una mano anche noi con la nostra conversione a costruirlo.

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26/10/2021
2609/2023
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