Società
di Paolo Nardon
Sul filo del rasoio
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La senti… sai che sta arrivando, nel profondo sei certo che sia lì dietro l’angolo; non la vedi ancora però, da un momento all’altro, farà la sua comparsa. La pioggia si preannuncia molto chiaramente; l’atmosfera, le gelide folate di vento e il buio sono inconfondibili. La terra arida e la natura tutta l’aspettano, quasi la invocano all’unisono. Allo stesso modo le lacrime fanno irruzione negli occhi, sono come un tamburo percosso con violenza inaudita a passo di marcia. Prima lo senti come un eco lontano che inesorabilmente si avvicina e poi diventa un martello pneumatico che ti trapana fino al più profondo dell’Anima. Non puoi bloccarlo, rallentarlo o evitarlo, puoi solo fargli spazio; devi solo scansarti e farlo sfogare. Gradualmente, ma costantemente, perdi il controllo delle tue emozioni e ti lasci andare. Ti rendi conto che sei arrivato a fine corsa, tutte le difese e le barriere edificate sono state abbattute e crollate. La gola e le narici sono improvvisamente in fiamme, un irrefrenabile singulto sale come un missile interstellare pronto ad esplodere dentro e fuori di te. Da una parte sei scioccato e dall’altra aspetti la detonazione come una liberazione. Da troppo tempo sei andato avanti senza guardarti dietro e dentro. Hai proceduto come uno schiacciasassi frantumando qualsiasi cosa ti si presentasse di fronte. La forza e la potenza, però, impercettibilmente andavano scemando e tu non te ne accorgevi o, forse, facevi finta di non vederlo. Ad ondate sempre più devastanti l’emozione procede e travolge tutto il tuo mondo. È come scendere a precipizio sull’otto volante delle giostre in piazza, il cuore sembra che ti stia per esplodere nel petto, però tu stavi aspettando proprio quell’istante. L’Anima anelava quello tsunami per tornare a essere veramente libera; voleva distruggere tutto per ricostruire dalle fondamenta. Pensi alle persone care che ci hanno preceduto in Cielo. Sei sicuro che in quel momento sono veramente con te, in quella stanza buia prima di prendere sonno o in quella macchina che sfreccia in una notte buia e nebbiosa con la radio a tutto volume viaggiando verso nessun luogo. Senti, profondamente, che stanno tifando per te e che sono al tuo fianco, più di quando potevi vederli o parlargli. Passato il fortunale, a terra rimangono pozzanghere nelle quali il sole si riflette creando incredibili giochi di luce che ti fanno ricordare da dove sei venuto. Guardandoli una scossa acuta ti attraversa il cuore ma immediatamente svanisce. Sai che rimanendo lì tornerai al punto di partenza e sprofonderai di nuovo. Hai impresso a fuoco, dentro di te, che non puoi rimanere fermo aspettando che i tuoi sogni divengano magicamente realtà. Se non riprendi il tuo cammino rischi di rimanere nuovamente impantanato. Prendi tutto il coraggio che hai dentro di te e vai alla battaglia con la tua vita, sapendo perfettamente che sarà dura ma anche una grandissima figata; non puoi dichiararti sconfitto senza combattere. Se non ci fosse il rischio di perdere non avrebbe senso andare in guerra. Sei abituato a viaggiare sul filo del rasoio… e a volte oltre. Questo, però, ti fa sentire vivo. I graffi e le cicatrici che hai te lo ricordano molto concretamente. Gli ematomi, le ferite e le fratture fanno male ma sono parte integrante del gioco… sono la vita. Senza di loro non conosceresti i tuoi limiti e penseresti di essere invincibile… di essere il dio della tua vita.
L’adrenalina del “rischio” ti fa andare avanti ad oltranza, mettendo in gioco tutto te stesso. Non vuoi vivere con rimpianti che, periodicamente, verranno a bussare alla tua porta. A quel punto te ne fotti un po’ e preferisci i rimorsi. Saprai, oltre ogni dubbio, che te la sei giocata al massimo delle tue possibilità. Come un trapezista che volteggia nel vuoto senza rete, sei consapevole che se cadi ti farai male; però non siamo qui per vivere a metà. Siamo chiamati a vivere in pienezza esponendoci anche a salutari fallimenti. Come in tutte le cose della vita, il rischio zero non esiste; se ce ne rendiamo conto vivremo più liberi e nella Pace.
Il filo del rasoio è quel “luogo” in cui non hai certezze e sicurezze… anzi. È il luogo in cui non hai il controllo totale delle situazioni perché non dipendono solo da te. È il momento della scelta in cui devi affidarti ad un Altro che sai che non ti fregherà mai. È Colui che tutto sa e che tutto può; Egli interviene oltre lo spazio e il tempo facendo bene tutte le cose, nonostante i nostri difetti e peccati. Aver fatto esperienza che il Signore scrive dritto sulle righe storte dona una Pace vera e la certezza che la Speranza, nonostante le difficoltà e le .0sofferenze, non deve mai venire meno.