Politica
di Nathan Algren
Pakistan: no alla castrazione chimica
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Il segretario del Parlamento per la legge e la giustizia, Malika Bojari, ha annunciato che la castrazione chimica per gli uomini condannati più volte per stupro è stata ritirata perché la castrazione chimica è “anti islamica”, e la Costituzione vieta leggi contrarie al Corano e la Sharia, la legge islamica.
La castrazione chimica era contemplata nella nuova legge contro le violenze sessuali, sostenuta dal presidente Arif Aalvi e dal governo, e approvata due giorni fa dal Parlamento. Durante il dibattito in aula, il parlamentare Mushtaq Ahmed del partito Jamaat-e-Islami, aveva parlato di punizione contraria alla sharia, dicendo che serve invece l’impiccagione pubblica. Secondo fonti dell’emittente televisiva Geo Tv, anche diversi ministri preferiscono la condanna a morte.
Oltre alla castrazione chimica, ora revocata, la nuova legge anti stupro prevede l‘ergastolo o la condanna a morte per gli autori di violenza sessuale di gruppo e processi più rapidi (al massimo quattro mesi) attraverso l’istituzione di tribunali speciali per questo tipo di reato. Ci sarà anche un registro dei condannati per reati sessuali, il divieto della pubblicazione del nome della vittima e pene fino a tre anni di carcere in caso di indagini di polizia negligenti.
In Pakistan vi sono crescenti denunce di stupri ai danni di donne e minorenni.