Società
di Roberto Signori
E lo chiamano vaccino
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Dopo le voci giungono le conferme. Dopo sei mesi, gli anticorpi prodotti dal vaccino Pfizer anti Covid-19 inesorabilmente calano e quindi una terza dose è necessaria per tutti. Questa la raccomandazione che emerge dallo studio appena pubblicato sulla rivista Clinical Chemistry and Laboratory Medicine e condotto da Gian Luca Salvagno, dell’Università di Verona, nella clinica Pederzoli di Peschiera del Garda e coordinato da Giuseppe Lippi, presidente della scuola di Medicina e chirurgia dell’ateneo.
La ricerca ha, quindi, evidenziato la necessità di generalizzare la somministrazione della terza dose di vaccino anti-Covid - la cosiddetta «dose booster» - a tutta la popolazione. Lo studio epidemiologico ha coinvolto 86 individui negativi al Covid di età media 45 anni, sottoposti a vaccinazione con Pfizer/BioNTech BNT162b2. I partecipanti sono stati sottoposti a diversi prelievi di sangue prima e dopo ogni dose di vaccino e poi ancora a uno, tre e sei mesi dal vaccino completo. E’ emerso che il picco di anticorpi si raggiunge un mese dopo la seconda dose, dopo di che la concentrazione anticorpale inesorabilmente declina.
Il calo a sei mesi è dell’85% e del 93% rispettivamente per i due diversi anticorpi considerati. Quindi tutti i soggetti vaccinati vanno incontro a una fisiologica riduzione dei livelli di anticorpi anti-Sars-CoV-2 a sei mesi dall’ultima dose somministrata del vaccino. In molti di essi, soprattutto (ma non soltanto) i più anziani, si è osservato un calo così accentuato da ridurre considerevolmente l’efficienza della risposta anticorpale al virus. I risultati di questo studio, non solo contribuiscono a giustificare dal punto di vista biologico l’importante aumento dei contagi, e in parte anche dei ricoveri, che si sta osservando nelle ultime settimane, ma rafforza anche la convinzione che sia indispensabile provvedere rapidamente alla somministrazione di dosi aggiuntive di vaccino a tutta la popolazione che ha già completato un ciclo standard di vaccinazione, al fine di ridurre la circolazione del virus e limitarne la virulenza, concludono gli autori di tele studio.