Società
di Roberto Signori
Transgender nello sport, il Cio cambia le regole
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Nelle nuove linee guida del Comitato Olimpico Internazionale si legge che «ogni individuo ha diritto a praticare sport senza subire discriminazioni, in rispetto della salute, della sicurezza e della dignità personale». Il nuovo decalogo, che al momento non è vincolante per le federazioni ma dovrebbe diventarlo dopo le Olimpiadi invernali in programma a Pechino nel 2022, si apre con una regola subito denominata «dell’inclusività».
«Chiunque a prescindere dall’identità di genere, dal sesso e dalle sue possibili variazioni, ha diritto a partecipare alle competizioni sportive». Il testo, inoltre, specifica che «gli atleti potranno scegliere di gareggiare nella categoria che meglio rappresenta il loro genere d’elezione».
«Verrà comunque verificato», è scritto nel secondo passaggio, «che non vi sia un eccessivo svantaggio/vantaggio competitivo tra gli atleti che partecipano nella stessa categoria. Solo nel caso di evidenze scientifiche che attestano la superiorità fisica rispetto alla categoria di riferimento potranno essere applicate delle restrizioni alla partecipazione».
Proprio l’introduzione di questo nuovo principio porta il Cio a prendere una decisione che cambia il corso della storia sportiva «Nessun atleta, che sia uomo, donna o in condizione di transizione tra l’uno e l’altro sesso, potrà essere sottoposto a test medici che verificano il genere di appartenenza».
Questo significa che sarà vietata l’analisi dei livelli di testosterone per determinare se una persona deve gareggiare nelle competizioni maschili o in quelle femminili.