Politica
di Gabriele Amadei
Fondi italiani per la Francia?
Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano
Che cosa ha deciso il Comint (Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio) sui fondi del Pnrr?. L’Agenzia spaziale europea (Esa) gestirà 1,3 miliardi di euro di fondi del Pnrr per lo spazio destinati all’Italia.
È quanto ha deciso all’unanimità il Comitato interministeriale per le politiche relative allo spazio e alla ricerca aerospaziale (Comint) durante la riunione di ieri, presieduta dal ministro per l’Innovazione tecnologica, Vittorio Colao, titolare della delega per lo spazio. “Si tratta di fondi del Pnrr e in parte del fondo complementare, per le progettualità del Pnrr, che in totale ammonta a 2,4 miliardi. Dunque metà della torta complessiva” sottolinea il Sole 24 Ore. Dunque delle scelte industriali e della contrattualistica di competenza dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) presieduta da Giorgio Saccoccia se ne occuperà l’Agenzia con sede a Parigi. “Va ricordato che i soldi del Pnrr sono un prestito che va speso in tempi precisi e con modalità trasparenti; con l’affidamento ad Esa i vincoli imposti dall’Europa saranno rispettati perché questo è il costume storico dell’amministrazione di questo ente da sempre abituato a lavorare presto e ben data la strategicità di contratti che riguardano le attività spaziali” commentava l’analista Francis Walsingham su Startmag.
Questa decisione da parte del governo di affidare la gestione delle risorse all’Esa anziché all’Asi segnala “una incapacità di spendere questi soldi” ha fatto notare Carlo Pelanda su Startmag. Ora la proposta dovrà ricevere l’approvazione dal consiglio dei capi delegazione, massimo organo di governo dell’Esa.
Tutti i dettagli.
COSA HA DECISO IL COMINT RIGUARDO I FONDI DEL PNRR PER LO SPAZIO
Come si legge nella nota diffusa, “Il Comitato ha espresso una valutazione favorevole rispetto al quadro programmatico relativo alle progettualità spaziali previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), e all’opportunità di dare attuazione a parte dei progetti Pnrr avvalendosi del supporto tecnico-ammnistrativo dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), per quanto riguarda i programmi relativi al settore dell’osservazione della terra e dell’accesso allo spazio, per un importo complessivo di circa 1,3 mld”.
LE RISORSE COMPLESSIVE
“L’iniziativa congiunta con Esa va ad integrare il significativo sforzo di Asi, relativo al programma di lavoro derivante dallo sviluppo dei programmi a finanziamento nazionale (circa 2 miliardi) e il restante pacchetto di iniziative in ambito Pnrr (circa 1,2 miliardi)” specifica il comunicato.
PERCHÉ IL COMINT PREFERISCE CHE A GESTIRE I FONDI DELLO SPAZIO SIA L’ESA
“La finalità di farli gestire non da un’entità italiana ma sovranazionale è favorire progetti di collaborazione europea ed evitare l’ingolfamento dell’Asi (Agenzia spaziale italiana). Tra i progetti potrebbe rientrare la messa in orbita di una costellazione di satelliti per il monitoraggio delle coste, della qualità dell’aria, per la sorveglianza di infrastrutture critiche” rileva il Sole 24 Ore. “I fondi andrebbero comunque a imprese italiane, anche se coordinati dall’Esa, dove hanno il peso maggiore Francia e Germania. L’Esa tratterrebbe per sé una commissione del 6% (circa 72 milioni)” aggiunge il quotidiano confindustriale.
FAVORIRÀ PARIGI?
Sulla gestione delle risorse del Pnrr all’Esa c’è anche la questione dei rapporti con gli altri paesi, in particolare Francia e Germania, le due principali nazioni del settore spaziale in Europa. Oltre al Trattato del Quirinale franco-italiano, firmato il 26 novembre a Roma dal presidente francese Emmanuel Macron e dal presidente del Consiglio italiano Mario Draghi, che include un intero articolo sullo spazio, c’è anche un’intesa a margine specifico sul settore spaziale.
E “Sicuramente la parte dello spazio è molto delicata” commentava su Start l’analista, saggista e professore Carlo Pelanda. “Molto preoccupante è che a lato del Trattato l’Agenzia Spaziale italiana ha fatto una bozza di accordo con l’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, per trasferire sia soldi del Pnrr sia risorse umane all’Esa segnalando una incapacità di spendere questi soldi. Se questo poi viene confermato possiamo anche chiudere l’Agenzia Spaziale Italiana”.
LE CONSEGUENZE
Una mossa che potrebbe favorire quindi la Francia o la Germania. “Effettivamente l’Asi come stazione appaltante ha delle difficoltà burocratiche italiane, per cui è chiaro che i francesi proveranno a prendere i soldi del Pnrr italiano per usarlo nell’Esa. L’Italia ha provato a difendersi ma è debole. Facciamo fatica a impiegare i nostri soldi, per via della burocrazia. La Francia ha fiutato questa vulnerabilità e la stanno sfruttando, il rischio è che sfondino come un coltello caldo nel burro” ha aggiunto Pelanda.
Sempre su Start Francis Walsingham ricordava che “I non pochi critici “del giorno dopo” stanno anche sollevando dubbi sul controllo dei dati che verranno prodotti dalle attività finanziate dal programma, sulla riservatezza degli stessi e sul fatto che, gestendo Esa i contratti industriali, le nostre aziende saranno sotto le forche caudine di un controllo francese e tedesco che lederebbe i nostri diritti e la privacy delle nostre proposte”.
L’INTESA FRANCO-ITALIANA SUI LANCIATORI EUROPEI
Infine, nel corso della seduta il Ministro Colao ha “condiviso i lineamenti generali della recente dichiarazione congiunta italo-francese sul futuro dei lanciatori europei che getta le basi per una collaborazione maggiormente strutturata e paritetica a salvaguardia dell’autonomia strategica e della competitività dell’industria nazionale”.
Il 26 novembre Colao e Bruno Le Maire, ministro francese dell’Economia, Finanza e Ripresa, hanno firmato infatti un accordo sui lanciatori al termine, si legge in una nota congiunta, “di tre mesi di intensi negoziati”.
Questo nuovo accordo tra Francia e Italia “consolida la cooperazione franco-italiana sui lanciatori, costruita sui futuri lanciatori Ariane 6 e Vega C”, precisa la nota. Ma c’è chi intravede una bilancia a favore di Parigi rispetto a Roma su questa intesa. “La partita è aperta però qui è l’Italia che deve rafforzare la propria capacità negoziale. È chiaro che i francesi hanno sempre un atteggiamento predatorio che viene attutito solo nei modi” ha commentato a StartMag Carlo Pelanda.