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di Giuseppe Udinov

Putin inasprisce le pene contro i pedofili

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La Russia inasprisce le pene contro la pedofilia. Lo stupro di minori presto verrà punito con l’ergastolo e i lavori forzati nelle miniere siberiane. A spingere le autorità ad aumentare la pena è stato il caso recente di una bambina di cinque anni, violentata e uccisa. «Siamo pronti ad aumentare gli anni di galera e inviare i colpevoli nelle prigioni aritiche» ha detto il portavoce del parlmaento Vyacheslav Volodin, stretto collaboratore di Vladimir Putin.

La bambina violentata e uccisa a coltellate si chiamava Veronika Nikolayeva. Stava giocando nei pressi del posto di lavoro di sua madre, quando è stata rapita da un uomo e dalla sua compagna, che hanno poi abusato di lei. Una storia terribile, che ha scosso l’opinione pubblica e ha convinto il presidente Putin a intervenire aumentando la pena prevista. La bambina ha provato a reagire, ma non è riuscita a opporsi ai suoi aguzzini. Il suo cadavere è stato recuperato in un borsone.

Vyacheslav Volodin ha affermato che la «terribile tragedia» degli abusi e della morte di Veronika ha mostrato la necessità di un’urgenza di insprire le leggi. «Uno dei colpevoli si è rivelato essere un pedofilo precedentemente condannato», ha detto. «Faremo di tutto perché a gennaio venga adottata la legge sull’ergastolo per i pedofili. I condannati per tali crimini dovrebbero scontare l’ergastolo nelle condizioni più dure: nell’estremo nord (della Russia) o nelle miniere. Queste persone dovrebbero subire le pene più dure, così ricorderanno i crimini che hanno commesso ogni giorno e se ne possono pentire».

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08/01/2022
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