Politica
di Francesco Villano
APPELLO APERTO A GIUDICI E MAGISTRATI DELLA REPUBBLICA ITALIANA
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Onorevoli Giudici e Magistrati della Repubblica Italiana
Apro il mio accorato appello con un aneddoto che si sente spesso ripetere:
“Ci sarà pure un giudice a Berlino”
Da “Il Regno di Federico di Prussia, detto il Grande” scritto da Enrico Broglio del 1880. Nel volume Broglio racconta la storia del mugnaio Arnold di Sans-Souci e della sua lotta per ottenere giustizia contro i soprusi di un nobile.
La vicenda è il resoconto di una storia successa realmente durante il regno di Federico. Il mulino dove
lavorava Arnold era stato affittato alla sua famiglia da generazioni ed era di proprietà del Conte di Schietta.
Un giorno del 1770 il Barone Von Gersdorf volle costruirsi una peschiera e deviò gran parte dell’acqua che alimentava il mulino. A causa di questo, il mugnaio non riuscì più a macinare il grano e a pagare l’affitto per il mulino. Disperato si rivolse ai giudici ma essi erano stati corrotti e diedero sempre ragione al barone.
Arnold decise di rivolgersi al giudice supremo, il sovrano Federico il Grande, andando fino a Berlino.
Esaminando il caso, Federico diede ragione al mugnaio e incarcerò i giudici corrotti.
Riporto questo aneddoto, che credo sia spesso richiamato nel vostro ambiente, non perché ritengo che in Italia vi siano giudici che si siano lasciati corrompere dal potere dei palazzi, ma perché credo che ve ne siano molti in stato di cecità o che abbiano deciso di chiudere gli occhi per non vedere una Macro realtà che racconta di soprusi ai danni della popolazione più indifesa messi in atto da politici auto.
In tempi normali, tutti voi giudici e magistrati fareste un “Grande balzo” dalle vostre sedie e dai vostri scanni se qualcuno vi venisse a raccontare che a ragazzini in età di scuola dell’obbligo fosse stato impedito di esercitare il proprio Diritto/dovere d’istruzione solo perché privi di una tessera speciale senza la quale non è consentito loro l’accesso ai mezzi pubblici che devono condurli a scuola. O di padri e madri di famiglia sospesi dal lavoro senza il riconoscimento di alcun tipo di alimento minimo solo perché privi della magica tesserina. O di centri di cura che rifiutano visite di controllo anche di una certa importanza ad un determinato gruppo di pazienti solo perché privi della tessera verde. Di questo ne sono più che certo.
Ma sembra che sia sufficiente che un gruppo di soggetti anonimi e sconosciuti ai più, per il semplice fatto di essere stato denominato dalle forze di governo CTS (Comitato Tecnico Scientifico) cominci ad imporre direttive a senso unico, efficacemente propagandate dal mainstream televisivo e da virologi fino a ieri sconosciuti, seppur costantemente smentite dalla realtà dei fatti, tali da mettere in atto un regime di transizione a tempo indeterminato, che improvvisamente il “grande balzo” si trasforma come per incanto in una smorfia di disprezzo verso chi si rifiuta di assoggettarsi ad un regime imposto che non ha alcun tipo di fondamento scientifico.
A tale proposito, è bene chiamare in causa uno dei padri della Scienza, Galileo Galilei che, (è bene ricordarlo, fu processato e condannato dal Sant’Uffizio, nonché costretto, il 22 giugno 1633, all’abiura delle sue concezioni astronomiche e al confino), è stato un Personaggio chiave della rivoluzione scientifica, per aver esplicitamente introdotto il metodo scientifico.
Il metodo scientifico è la modalità tipica con cui la scienza procede per raggiungere una conoscenza della realtà oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile.
Quindi, attraverso il metodo scientifico, la nostra sicurezza di sapere è determinata non da qualche fattore umano ma da una realtà esterna, permanente e non influenzata dal nostro pensiero.
In pratica (e questo lo sa bene anche un alunno di prima media che tra le primissime pagine del libro di tecnologia trova proprio un intero paragrafo dedicato a tale definizione) per eseguire osservazioni scientifiche che abbiano carattere di oggettività, è necessario applicare le seguenti semplici regole, proprie del metodo deduttivo
1. formulare un’ipotesi;
2. esprimerla in modo da prevedere alcune conseguenze o eventi, deducibili dall’ipotesi iniziale;
3. osservare se si produce l’evento previsto;
4. se l’evento si produce, la teoria non è confermata ma semplicemente non è stata smentita e
possiamo accettarla solo provvisoriamente, altrimenti si accantona l’ipotesi non verificata e si
riparte dal punto 1 con la formulazione di una nuova ipotesi.
Ad oggi, ogni ipotesi formulata dal CTS è andata sistematicamente a cozzare contro il punto n. 3, in quanto, puntualmente l’evento previsto non si è mai verificato. Eppure si continua ad insistere nel portare avanti sempre la stessa ipotesi PALESEMENTE errata anziché ripartire con nuove e più brillanti intuizioni ed ipotesi di intervento (Metodo antiscientifico / stregoneria).
Ad esempio si era ipotizzato inizialmente che un vaccinato non si sarebbe più contagiato ed invece la realtà ha dimostrato l’opposto; quindi si è ipotizzato che si contagiasse ma non fosse contagioso ed anche questa è poi caduta; che si contagiasse ma in modo asintomatico ed invece ci sono stati diversi casi anche di sintomatici sia lievi che gravi; che non si finisse in ospedale, poi che si poteva anche finire in ospedale ma non si rischiava di finire in terapia intensiva, ecc. fino ad arrivare all’ipotesi che si potesse anche morire in rari casi ma si sarebbe ottenuto un posto riservato in Paradiso grazie al green pass.
Per non parlare di tutta una serie di controsensi e dettami di pura fantasia per non dire follia. Basti pensare alle tante raccomandazioni venute da più parti di indossare la mascherina anche all’aperto per eventuali incontri fortuiti e fugaci, poi tra le linee guida del protocollo scuola si legge, al punto 6, che un insegnante può considerarsi a rischio solo se è stato presente in una stessa classe, dove vi è un caso di positività accertata, per almeno 4 ore consecutive. Altrimenti non vi è nemmeno la necessità di un test antigenico.
Per non parlare della stessa sospensione degli insegnanti messa in atto con il pretesto di difendere la salute nei luoghi di lavoro, ma poi protratta ben oltre la data di scadenza dell’emergenza sanitaria (una profezia o la dimostrazione di un piano ben congeniato?), e soprattutto messa in atto proprio nel periodo in cui a scuola non c’è nessuno da salvaguardare se non i banchi a rotelle (festività natalizie) a mo’ di dispetto più che di tutela della salute.
Ovviamente di contraddizioni ne stanno venendo fuori sempre più, e sempre più risulta palese che tutte le direttive che stanno condizionando la vita di un intero paese non possono dirsi frutto di uno studio scientifico ben definito ma semplicemente frutto della fantasia e/o della convenienza di personaggi sconosciuti alla quasi totalità della popolazione che li sta anche pagando profumatamente per questo.
Ora, al di là della bontà o meno del vaccino (che ad oggi in Europa e quindi anche in Italia, resta ancora una scelta facoltativa), sta di fatto che ci si chiede come sia possibile accantonare con tanta semplicità e disinvoltura i diritti umani conquistati con tante lotte e sacrifici dei nostri avi, per un semplice disegno ipotetico e fantasioso di un gruppo di tecnici ben pagati da tutti gli italiani e che in due anni non ha ancora portato a casa il minimo risultato?
È risaputo che per costruire un futuro migliore bisogna imparare dagli errori del passato, per cui vorrei richiamare alla mente di chi legge la vicenda del filosofo Benedetto Croce quando, a pochi giorni dalla pubblicazione del “Manifesto della Razza”, espresse letteralmente “ribrezzo” per quanto aveva messo in atto Hitler, immediatamente si scatenò nei confronti del filosofo e storico italiano una durissima reazione da parte della stampa (italiana) di regime, attribuendogli l’appellativo di “giudeo onorario”, o ironicamente di essere un “chassidista” (un movimento di massa ebraico basato sul rinnovamento spirituale dell’ebraismo ortodosso), mettendo all’indice il suo “pietismo”.
Proprio come farebbe oggi una qualsiasi trasmissione televisiva o un qualsiasi articolo di giornale nell’additare chi “osa” criticare le frenetiche nuove norme governative relative al green pass ed ai vari obblighi e sottomissioni, con i dispregiativi di “No-Vax”, “No-pass” o ironicamente di essere un “terrapiattista”.
L’art. 13 della Costituzione stabilisce che la libertà personale è inviolabile. Sinceramente non so più cosa significhi. Ma di sicuro deve essere qualcosa di enorme importanza per finire tra gli articoli della costituzione.
L’impressione è che si stia vivendo sospesi a mezz’aria. E che questa sospensione duri da così tanto che si sia perso completamente il contatto con la realtà al punto che nessuno più sembra chiedersi: “qual è l’obiettivo che si vuole raggiungere?. Perché, nonostante continui e reiterati fallimenti, si insiste sempre con lo stesso piano?” Sembra quasi che il principale obiettivo da perseguire ormai sia più la limitazione delle libertà fondamentali e l’imposizione di restrizioni sempre meno chiare e coerenti, piuttosto che il superamento della pandemia.
Assistiamo inermi, ad un fenomeno tanto strano quanto surreale: Medici, infermieri, operatori del 118, sanitari ecc. Mentre divengono il simbolo di una società che combatte, che non si arrende e che cerca in tutti i modi di resistere. Eroi da osannare al punto da meritare la stampa di una loro icona su una moneta nazionale, improvvisamente, da un giorno all’altro, diventano scarto umano da eliminare, come un alimento scaduto, solo perché alla data prevista in cui ha “parlato l’oracolo”, essi non si sono fatti trovare pronti a rispondere “Amen”. E quindi via! Nel baratro senza meriti e senza stipendio.
Samo all’esasperazione. È giunto il momento di ritornare con i piedi per terra e rendersi conto che in 2 anni di pandemia, dopo tante restrizioni, obblighi e costrizioni, siamo esattamente dove eravamo inizialmente se non peggio. Eppure si continua ad insistere che la soluzione è quella che non ha dato alcun risultato positivo. Com’è possibile tutto questo? Ancora una volta sembra tutto irreale. Sembra quasi che tutti siano disposti a negare l’evidenza a costo della propria vita e della propria reputazione.
Allora faccio mia l’esclamazione del mugnaio Arnold di Sans-Souci e grido con tutta la forza che ho:
“Ci sarà pure un giudice a ROMA”
Disposto a scendere dagli scanni dell’agiatezza, del potere e dei privilegi e volgere, anche solo per un attimo, il suo sguardo verso quella piccola parte degli ultimi del popolo che non hanno la possibilità di permettersi il lusso di non percepire uno stipendio e che (solo per questo motivo) è costretta a sottostare a delle costrizioni che ben volentieri rifiuterebbe, avendone la possibilità (e questo è ricatto).
San Paolo – cantore della libertà cristiana – scriveva: «Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù» (Galati 5,1).
Concludo proprio con una frase di Quel Maestro che più di 2.000 anni fa, sembrava fotografare purtroppo,
la realtà presente:
“Allora Gesù parlò alle folle e ai suoi discepoli dicendo: Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Quanto vi dicono, fatelo e osservatelo, ma non fate secondo le loro opere, perché dicono e non fanno. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente, ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere visti dagli uomini: allargano i loro filattèri e allungano le frange; amano posti d’onore nei conviti, i primi seggi nelle sinagoghe e i saluti nelle piazze, come anche sentirsi chiamare rabbì dalla gente.” (Matteo 23, 1-7)
Ci chiedete di essere onesti e moralmente integri, poi pretendete che firmiamo un libero consenso contro
la nostra volontà.
Il futuro di molti è nelle vostre mani. Aprite i vostri occhi ed i vostri cuori.
LIBERATECI!
Ridateci la VITA e la DIGNITÀ che ci stanno sottraendo pezzo dopo pezzo. Non giratevi comodamente dall’altra parte facendo finta di niente.