Storie
di Giuseppe Udinov
Myanmar: L’esercito scaglia bombe sui profughi cristiani
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Tre morti e sette feriti, tutti cattolici, tanto terrore e pianto seminati: è il bilancio del raid aereo che l’esercito birmano, “Tatmadaw”, ha lanciato nelle prime ore del 17 gennaio, sui campi profughi nelle foreste nei dintorni di Loikaw, capitale dello stato birmano di Kayah, nell’Est del paese. Come riferiscono fonti nella Chiesa cattolica locale, i profughi erano fuggiti dai loro villaggi e da Loikaw, divenuta ormai deserta, mentre infuriavano gli scontri tra l’esercito e le Forze di difesa popolare, milizie spontanee nate in tutto il territorio nazionale, all’indomani del colpo di stato del 1° febbraio 2021.
Tra gli sfollati interni vi sono numerosi cattolici, che hanno abbandonato le case e le parrocchie, trovando rifugio nelle foreste. Su quelle aree boschive, densamente popolate di circa 600 civili innocenti - anziani, donne, bambini - “Tatmadaw” ha lanciato raid aerei che hanno ucciso tre persone: due sorelle, Natalia, 18 anni, e la piccola Rosetta, 7 anni; e un uomo, Felice, di 50 anni. Altri sette sono i feriti bisognosi di cure, Tutti erano scappati dal vicino villaggio di Moso, dove il 24 dicembre scorso sono stati rinvenuti i corpi carbonizzati di almeno 35 civili, tutti cattolici, uccisi dai soldati birmani in quella che è stata definita “la strage di Natale”.
Nei giorni scorsi è stata colpita anche la chiesa del Sacro Cuore di Gesù a Doukhu, mentre le chiese si trasformano spesso in centri di accoglienza per i profughi. Anche i templi buddisti si sono svuotati e i monaci sono fuggiti. Le sei parrocchie cattoliche della città di Loikaw sono deserte, e i fedeli, esposti alla fame, al freddo. all’indigenza, alla violenza, necessitano di assistenza materiale di conforto spirituale.