Società
di Roberto Signori
Trento: studenti contro i bagni gender
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I bagni gender sono una realtà anche in Europa e in Italia; solo che non sempre tali iniziative vengono accolte da un vasto consenso. Va in questa direzione quello che succede nell’ateneo di Trento e, precisamente, nella facoltà di Sociologia.
Sì, perché al termine dello scorso mese, presso la nota facoltà - la prima in Italia per fondazione dedicata alle discipline sociologiche –, sono stati istituiti, seguendo tutto l’iter del caso, dei bagni “gender neutral”. L’idea è stata discussa e votata all’interno del consiglio di dipartimento, ed è stata realizzata riservando quattro bagni a coloro i quali non si identificano né come uomini né come donne. Tuttavia, non si può parlare esattamente di un successo per questa iniziativa. In primo luogo perché essa, come poc’anzi detto, è stata sì votata all’interno del consiglio di dipartimento, ma non ha affatto ottenuto l’unanimità.
Non solo, tanti tra gli stessi studenti non sono convinti da tale novità, che infatti è nata su iniziativa anzitutto di alcuni docenti, per quanto poi abbia trovato il favore di una parte del corpo studentesco. C’è in particolare da dire che tra le ragazze – secondo quanto appurato attraverso un questionario interno diffuso nell’assumere questa decisione – è stato apertamente mostrato un certo disagio verso questa svolta. Alcune ragazze, infatti, si sono dichiarate palesemente «disturbate» dai bagni “gender neutral”. Un’idea inoltre, che molto probabilmente non convince del tutto neanche la stessa comunità accademica della facoltà.
Lo prova il fatto che, come poc’anzi detto, si sia sì deciso di rendere “neutral” quattro bagni, ma, fortunatamente, due sono stati lasciati con la classica distinzione tra uomini e donne, tra i quali uno è quello della palestra. Viene allora da chiedersi come mai questa “eccezione”. Forse perché si è capito che, in fondo, si tratta di una scelta ideologica? Forse perché, lasciando distinti gli ingressi del bagno della palestra, si è palesato il disagio – e il pericolo – che ci può essere nei bagni neutrali soprattutto in determinati contesti? Naturalmente simili dubbi da alcuni vengono bellamente ignorati e ora, nell’università di Trento, c’è chi si augura che un bagno “gender neutral” possa essere introdotto addirittura in ogni dipartimento.
Un proposito, quest’ultimo, che non trova il consenso neppure di tutti i rappresentanti degli studenti. Anzi, ve ne sono alcuni apertamente contrari. Come per esempio Giacomo Mason di Azione Universitaria. «Le priorità sono altre e questa iniziativa dei bagni “gender neutral” non è nata dagli studenti, ma è semplicemente una proposta ideologica», spiega Mason «le priorità di chi studia qui, dai contributi per le tasse universitarie agli alloggi, sono tutt’altre».