Politica
di Roberto Signori
Def, la maggioranza prova ad alzare la posta
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La maggioranza continua a incalzare il governo e prova ad alzare al massimo la posta sulle misure da adottare per attutire il più possibile su famiglie e imprese le ricadute del caro energia, del conflitto ucraino e del perdurare della pandemia. E nella prima bozza di risoluzione sul Def preparata alla Camera, destinata però ad essere alleggerita e ritoccata prima del voto nelle Aule di Montecitorio e Palazzo Madama in programma mercoledì 20 aprile anche per giungere una non facile mediazione, le forze politiche tornano a invitare Palazzo Chigi a valutare uno scostamento di bilancio.
Ma nel lungo elenco di richieste ci sono anche ulteriori rateizzazioni per le cartelle esattoriali, nuove interventi per contenere il prelievo fiscale, con la sollecitazione all’esecutivo di tenere conto delle conclusioni cui sono giunte la commissioni Finanze di Camera e Senato nella loro indagine conoscitiva sulla riforma fiscale, l’estensione del superbonus e la prosecuzione dell’azione contro il caro-bollette. E tra gli altri “compiti” da assegnare all’esecutivo ci sarebbero il completamento del Pnrr, l’irrobustimento della dote destinata a scuola e cultura, il potenziamento della riforma degli ammortizzatori sociali e lo sviluppo di quelle collegate a sanità e Welfare.
La richiesta di quasi tutti i partiti che sostengono l’esecutivo è la stessa da settimane: agire senza indugio sulla leva del deficit. Un’eventualità verso la quale Draghi si è sempre mostrato molto freddo anche a causa delle ripercussioni provocate dalla crisi energetica e dalla guerra sul cosiddetto “spread” in un momento in cui la Bce sta cominciando a muoversi con molta cautela. Ma la maggioranza insiste, e nella prima bozza di risoluzione al Def si invita il governo, «qualora si verifichi un peggioramento dello scenario economico e le risorse disponibili non fossero sufficienti a garantire misure per la promozione di una crescita economica più elevata e sostenibile, nonché il sostegno di famiglie e imprese a valutare l’opportunità di presentare al Parlamento una Relazione ai sensi dell’articolo 6, della legge 24 dicembre 2012, n. 243», ovvero una richiesta ad autorizzare un nuovo scostamento di bilancio. Contemporaneamente il nostro Paese, insieme agli altri Stati membri della Ue, dovrebbe convincere Bruxelles a rivedere il Patto di stabilità e crescita e ad agire per l’attivazione di un Fondo energetico europeo straordinario contro il caro energia anche in ottica di una più marcata autonomia energetica.
Nella prima bozza di risoluzione sul Def la maggioranza non dimentica il Pnrr. In particolare, il governo viene invitato «a dare piena attuazione, secondo le cadenze stabilite, a tutti gli interventi e obiettivi fissati dal Pnrr, rafforzando l’impegno di tutte le amministrazioni e di tutti gli altri soggetti coinvolti nella realizzazione del Piano».
Secondo i partiti che sostengono l’esecutivo, Palazzo Chigi dovrebbe anche tenere «adeguatamente conto» dei risultati dell’indagine conoscitiva delle commissioni Finanze sulla riforma del fisco e sarebbe necessario proseguire il lavoro sulla delega fiscale «in uno spirito di piena collaborazione su un tema di così grande valenza politica». Per la maggioranza sarebbero poi auspicabili «ulteriori misure di intervento sul complesso del prelievo» e sarebbe opportuno orientare la riforma con l’obiettivo di semplificare il sistema e di ridurre complessivamente la pressione fiscale.
Quello della maggioranza è un pressing a tutto campo. Come conferma la richiesta di «definire un nuovo piano per la rateizzazione della riscossione dei tributi relativi alle cartelle di pagamento già emesse che, consentendo ai contribuenti una consistente dilazione del pagamento per le somme ancora dovute, sia pertanto suscettibile di favorire condizioni di stabilità finanziaria per famiglie e imprese».
Tra le priorità indicate nella prima bozza di risoluzione sul Def c’è pure la proroga del Superbonus per le unità abitative unifamiliari e la richiesta di sciogliere il nodo della quota del 30% dei lavori da completare entro la scadenza prevista, oltre a quella di valutare la posssibilità di frazionare la cessione del credito per importo e annualità.
Le sollecitazioni al governo non si esauriscono qui. La maggioranza guarda alla necessità di «potenziare il sistema degli ammortizzatori sociali», oggetto della recente riforma targata Orlando, e chiede di incrementare le risorse per scuola, università e cultura. Sempre la maggioranza non dimentica la transizione ecologica, da estendere a trasporti e logistica e reclama più attenzione all’edilizia residenziale pubblica e al fondo nazionale per il sostegno degli affitti