Chiesa

di Tommaso Ciccotti

Métis Manitoba dal Papa

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

È stata un’udienza intima e commossa quella del Papa con 55 indigeni della Métis Manitoba Federation, provenienti dal Canada e ricevuti questa mattina in Sala Clementina. Si tratta di un vero e proprio governo del Canada che ha firmato un accordo di autonomia con lo Stato lo scorso 6 luglio 2021. I membri - noti come “Red River Métis” - sono concentrati principalmente nella regione del Manitoba, nelle praterie del Nord-Ovest del Canada. Per questo motivo la federazione non ha partecipato alle udienze di fine marzo del Papa con le popolazioni originarie del Canada (Métis, Inuit e First Nation), ricevute “in qualità di organizzazioni” a turno in Vaticano.

Come gli altri indigeni, però anche molti Métis del Manitoba hanno subito abusi all’interno delle cosiddette “scuole residenziali” istituite dal governo e affidate a Chiese cristiane, tra cui quella cattolica. Fatti per cui il Papa nell’udienza del 1° aprile, alla presenza anche dei vescovi del Canada, ha espresso “indignazione e vergogna” e domandato scusa. Un messaggio potente che queste popolazioni attendevano da decenni. I Métis del Manitoba sono rimasti fortemente colpiti dal gesto e dalle parole del Papa, come ha spiegato il presidente David Chartrand in un messaggio scritto in vista dell’incontro di oggi in Vaticano, che ha richiesto una preparazione di tre anni: “Come tutti gli indigeni del Canada, in particolare quelli di noi che hanno subito danni per mano di individui che hanno nascosto le loro malefatte dietro la Chiesa cattolica, mi ha sollevato sentire Papa Francesco presentare delle scuse accorate. So che molti Métis del Red River aspettavano queste scuse da molti anni. Spero che aiuterà a iniziare il processo di guarigione e ci unisca in questo viaggio di riconciliazione, rivitalizzazione e rinnovamento”.

Le stesse parole Chartrand le ha ripetute oggi in Piazza San Pietro ad un gruppo di giornalisti incontrati dopo l’evento in Sala Clementina. “Il nostro messaggio – ha spiegato - era un po’ diverso. Abbiamo sicuramente apprezzato e accettato le scuse del Papa e abbiamo anche parlato di riconciliazione, ma avevamo un messaggio più grande di speranza e di rinnovamento”.

Le stesse parole Chartrand le ha ripetute oggi in Piazza San Pietro ad un gruppo di giornalisti incontrati dopo l’evento in Sala Clementina. “Il nostro messaggio – ha spiegato - era un po’ diverso. Abbiamo sicuramente apprezzato e accettato le scuse del Papa e abbiamo anche parlato di riconciliazione, ma avevamo un messaggio più grande di speranza e di rinnovamento”.

“Le lacrime che sono state versate lì dentro, le storie che sono state condivise, Sua Santità le ha accettate con tanta grazia e siamo stati così colpiti quando ha chiesto perdono”, ha detto il leader indigeno. Un sopravvissuto di nome Andrew, “che ha pagato un prezzo pesante da bambino”, ha avuto la possibilità di raccontare la propria vicenda personale a Francesco, il quale si è mostrato paziente, attento, emozionato: “Ci ha toccato il cuore vedere la sua compassione”

Al Papa è stato mostrato l’accordo di governo siglato con il Canada. Francesco ha firmato la copia che sarà esposta in un museo che sarà allestito prossimamente. Gli indigeni hanno consegnato poi diversi regali, principalmente opere artigianali realizzate con perline risalenti anche a 300 anni fa, segno distintivo di questa popolazione. “Il nostro lavoro con le perline è la storia di chi siamo”, ha spiegato Chartrand, “una volta eravamo conosciuti come il ‘popolo dell’Ovest con le perline di fiori’, perché non sapevano come chiamarci. Ci chiamavano mezzo sangue, gente di campagna. E così, tutti i nostri lavori hanno i fiori della prateria che raccontano la nostra storia”.

Gli indigeni hanno regalato al Papa anche delle tipiche pantofole e delle croci risalenti al 1800: “Lui ha apprezzato la gentilezza della nostra gente”. Il Papa, stando ancora ai racconti dei suoi ospiti, ha stretto le mani a tutti i presenti: “Si è alzato dalla sua sedia e voleva venire da noi. Abbiamo visto che zoppica… gli abbiamo detto: ‘Siediti, verremo noi da te’. Ed è stato così bello vedere il Papa con tanta energia, entusiasmo e orgoglio. Ha toccato i nostri cuori, e molti di noi non lo dimenticheranno finché vivremo. E così è un grande onore per noi avere un Papa così lungimirante. È prima il Papa di Dio e poi del Vaticano”.

L’udienza è stata anche l’occasione per i Métis per ribadire l’invito al Papa (che ha assicurato la volontà di recarsi in Canada, probabilmente a luglio) a visitare la regione e benedire la tomba di Louis Riel, il leader Métis, considerato padre del Manitoba, che nel 1800 guidò i movimenti di resistenza del Red River cercando di preservare i diritti e la cultura del popolo quando la loro terra passò sotto la sfera di influenza canadese. Il primo ministro di allora John A. MacDonald mise una taglia di 5 mila dollari sulla sua testa e Riel fu giustiziato. Gli indigeni hanno chiesto oggi al Papa che, nel suo viaggio in Canada, possa recarsi alla tomba di “un uomo che ha dato tutto, non solo per il popolo Métis, ma per la Chiesa”.

Papa Francesco a ognuno ha regalato una medaglia del pontificato: “Molti hanno pianto”.

.

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

21/04/2022
2903/2023
San Secondo martire

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Storie

POLINESIA FRANCESE -  Papa Luciani protettore di un centro catechetico a Bora Bora

Inaugurato, nella parrocchia di Bora Bora, dedicata al Papa San Celestino V, un complesso di una 50ina di metri, tutto nuovo e dedicato alla catechesi e alle attività parrocchiali.

Leggi tutto

Politica

LA SFIDA DEL DISARMO NUCLEARE

“Il nostro futuro su questo pianeta, esposto com’è al rischio dell’annientamento nucleare, dipende da un solo fattore: l’umanità deve attuare un rivolgimento morale. Nell’attuale momento storico ci deve essere una mobilitazione generale di tutti gli uomini e donne di buona volontà. L’umanità è chiamata a fare un ulteriore passo in avanti, un passo verso la civiltà e la saggezza” ebbe a dire San Giovanni Paolo II incontrando scienziati e rappresentanti dell’Università dell’Onu a Hiroshima il 25 febbraio 1981.

Leggi tutto

Storie

Gli scout portano la Luce della Pace

Raccolta dalla lampada sempre accesa nella Grotta della Natività, come accade dal 1986 per iniziativa degli scout austriaci, la fiammella simbolo di riconciliazione da Vienna viene portata in tutta Europa, in Ucraina e nel mondo. Sabato 17 dicembre, in piazza del Campidoglio, è stata distribuita da dieci associazioni scout italiane e in questi giorni viaggia in treno per tutta la penisola

Leggi tutto

Chiesa

PAPA - Congo: incontro con giovani e catechisti

Una festa scandita da musica, cori, acclamazioni in uno Stadio dei Martiri gremito a Kinshasa. Il Papa incontra i giovani congolesI e indica loro preghiera, comunità, onestà, perdono e servizio: cinque ingredienti per costruire la pace e un futuro diverso. Forte l’appello a scegliere il bene e non farsi inghiottire dalla palude del male: corruzione, droga, occultismo, stregoneria, violenza, guerra. “Gesù crede in voi e non vi lascia soli”

Leggi tutto

Società

Francesco, la Chiesa, il potere e la coscienza

Rinnovate polemiche sulle dichiarazioni di Papa Francesco di ritorno dal Messico. Titoli divisi tra “Non mi immischio” e “Trump non è cristiano”, ma quando il problema non è di buona o cattiva fede è proprio il concetto di “coscienza” a risultare pressoché alieno, malamente rimpiazzato com’è da “privacy”. In un mondo in cui lo smartphone è diventato il “sacramento della coscienza”, i continui rinvii del Pontefice tracciano un Leitmotiv del magistero

Leggi tutto

Chiesa

C’è un solo modo di riformare davvero la Chiesa

Quando si parla di “disputa felice” bisogna avere il coraggio e la forza di confrontarsi con persone come mons. Agostino Marchetto. Armato “solo” di enorme competenza e di altrettanta umiltà, il famoso storico del “Magno Sinodo” che fu il Vaticano II ha offerto un contributo importante a una miscellanea di grido, sì, ma dalle numerose aporie. L’opera segna la strada per quanto ancora resta da fare in ordine all’assimilazione del Concilio. Ne parliamo con lui.

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano