Storie

di Roberto Signori

PAKISTAN - Fare di più per tutelare la libertà religiosa

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“La condizione della libertà religiosa in Pakistan desta preoccupazione: assistiamo a dozzine di episodi di violenza della folla, all’uso improprio delle leggi sulla blasfemia, conversioni forzate e profanazione dei luoghi di culto. La violenza in nome della religione è in aumento a causa della mancanza della capacità del governo di fermare la radicalizzazione e l’estremismo religioso nonostante avrebbe dovuto essere l’agenda prioritaria essere un impegno per il Piano d’azione nazionale 2014 per la lotta al terrorismo”. Lo afferma in una nota Joseph Jansen, presidente di “Voice for Justice” (VFJ), organizzazione pakistana impegnata per i diritti umani e la libertà religiosa. Accanto a “Voice for Justice”, diverse associazioni della società civile si sono espresse dopo che la Commissione USA sulla Libertà religiosa (US Commission on International Religious Freedom, USCIRF), organismo indipendente, nell’ultimo Rapporto del 2022, rileva che il Pakistan “non ha adottato misure efficaci per affrontare le violazioni della libertà religiosa, comprese la violenza della folla e le uccisioni extragiudiziali nel nome di religione”.

Condividendo queste preoccupazioni, la società civile esorta il governo a introdurre misure per prevenire atti di discriminazione e violenza contro le comunità religiose e ad adottare riforme politiche per promuovere la tolleranza e la diversità. Afferma Jansen: “Abbiamo osservato che l’azione tempestiva da parte delle forze dell’ordine nei casi relativi ad accuse di blasfemia può aiutare a prevenire la violenza della folla e salvare vite umane. Ma questo è possibile solo se la polizia assolve al suo compito di mantenere la legge e l’ordine e di proteggere gli accusati dalle uccisioni extragiudiziali”.

Asif Bastian, altro leder impegnato in VFJ, nota che “è deplorevole che semplici accuse di blasfemia siano diventate una giustificazione per l’uccisione di un blasfemo senza alcuna indagine, come evidenziato in diversi episodi: il linciaggio di Priyantha Kumara Diyawadana a Sialkot il 3 dicembre 2021; il linciaggio di Mushtaq Ahmed, una persona con problemi di salute mentale a Khanewal l’11 febbraio 2022; o l’uccisione di una insegnante di seminario, Safoora Bibi a Dera Ismail Khan il 29 marzo 2022. Questa tendenza a farsi giustizia da soli, con violenza, deve essere scoraggiata per sviluppare una società rispettosa dello stato di diritto”.

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03/05/2022
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