Politica
di Roberto Signori
Siria: l’Ue stanzia 3 miliardi fino al 2023
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L’Unione Europea stanzierà tre miliardi di dollari in aiuto ai siriani e ai Paesi che li ospitano dopo undici anni di guerra, principalmente Turchia, Libano e Giordania. Un impegno proposto dalla Commissione Europea che è la somma dei 560 milioni già previsti per quest’anno, di un miliardo extra e di un altro miliardo e mezzo per il 2023 e che è stato annunciato al termine della sesta conferenza sugli aiuti alla Siria inaugurata oggi a Bruxelles e alla quale hanno partecipato 55 Paesi e 22 organizzazioni internazionali, tra cui l’Onu.
“Dobbiamo assicuraci di non dimenticare il popolo siriano e di continuare a spingere per una Siria pacifica, ha affermato l’Alto rappresentate per la politica estera Josep Borrell. Parallelamente a questo annuncio, ha ricordato Borrell, non sarà invece finanziata nessuna ricostruzione in Siria, “finchè non ci sarà una vera transizione dei poteri”. “Bisogna mantenere la pressione sul regime di Assad”, ha ribadito, sottolineando che “questo non è il tempo per normalizzare le relazioni con il regime siriano”, ma di sostenere gli sforzi delle Nazioni Unite “per creare una spinta alle riforme politiche”. Non hanno partecipato alla conferenza né la Siria nè la Russia, che con l’invasione dell’Ucraina “ha mostrato che non ha interesse alla pace nel mondo”, ha sottolineato ancora Borrell, ribadendo l’impegno a non allentare le sanzioni su Mosca e Damasco.
Sullo sfondo, infatti, la realtà è durissima, con il 90% dei siriani rimasti nel loro Paese che vivono in povertà e il 60% - circa 12 milioni di persone - soffre di insicurezza alimentare. Un numero destinato ad aumentare per le ripercussioni sul costo egli alimenti dovuti alla guerra in Ucraina. “A marzo, in un solo mese i prezzi dei generi alimentari sono aumentati del 24%, dopo un aumento dell’800% negli ultimi due anni. I prezzi dei generi alimentari sono ora al livello più alto dal 2013”, aveva sottolineato l’agenzia ONU World Food Programme. “La straziante realtà per milioni di famiglie siriane è che non sanno se domani mangeranno”, ha detto David Beasley, Direttore Esecutivo del WFP. “La comunità internazionale deve riconoscere che non agire ora porterà inevitabilmente a un futuro catastrofico”, ha spiegato, con ulteriori 1,9 milioni di persone rischiano di scivolare nella fame. I pasti base stanno diventando un lusso per milioni di persone, e la nutrizione un problema serio. I dati del 2021 mostrano che un bambino su otto in Siria soffre di arresto della crescita mentre le madri in gravidanza e in allattamento mostrano livelli record di deperimento acuto”.
Di fronte a tanta disperazione, le persone stanno adottando misure estreme, come lavoro minorile, matrimoni precoci e forzati e il ritiro da scuola dei bambini. A questi dati si sovrappongono quelli dell’Unicef che con un focus sull’infanzia, denuncia come oltre 6,5 milioni di bambini in Siria abbiano bisogno di assistenza, il numero più alto registrato dall’inizio della crisi, oltre 11 anni fa. In una dichiarazione Adele Khodr, Direttore regionale UNICEF per il Medio Oriente e il Nord Africa, si dice certa che la crisi in Siria non finirà a breve. Solo nei primi tre mesi di quest’anno, infatti, 213 bambini sono stati uccisi o feriti. Dall’inizio della crisi nel 2011, è stata confermata la morte o il ferimento di oltre 13.000 bambini.
Stessa precarietà e fragilità nei Paesi vicini dove circa 5,8 milioni di bambini dipendono dall’assistenza. In più ai dati, le Ong denunciano un calo di risorse più che mai sotto pressione e finanziamenti che non stanno al passo con i forti bisogni delle persone. Nel tempo, dichiara il WFP, siamo stati costretti a ridurre progressivamente le dimensioni della razione alimentare mensile in tutto il paese. Un taglio della razione del 13 per cento si profila questo mese nel nord-ovest della Siria, dove le persone inizieranno a ricevere cibo per 1.177 Kcal, poco più della metà dell’assunzione giornaliera raccomandata. Sono urgentemente necessari ulteriori finanziamenti per continuare ad assistere milioni di persone in tutto il Paese.