Storie
di Stefano Di Tomassi
Ostia Levante sotto attacco
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Nenè è di una istituzione della città, con un passato che è una testimonianza vivente. Lei gratuitamente, aiutata da qualche volontaria, cura il ‘giardino di San Nicola’. Nenè ormai è una donna anziana, anche se ancora una donna bella e curata. Una vecchietta di fatto per cui valgono le parole di Papa Francesco pronunciate solo pochi giorni fa: “dobbiamo imparare – dall’esempio di tanti anziani”.
Nenè è un’artista, di quei dispensatori di gioia e di bellezza, di cui parlava San Giovanni Paolo II nella sua celebre ‘lettera agli artisti’ del Giubileo 2000. Le parole le calsano a pennello. I ragazzini che passano con la bici e la vedono spaccarsi la schiena per quei fiori anziché fischiarla e canzonarla le gridano ‘brava signora’. Nenè è un esempio vero: non chiacchiera, fà.
Eppure è vessata; quasi tutti i giorni viene attaccata direttamente e indirettamente. Il gesto più ‘blasfemo’ è imbrattare le panchine adiacenti al ‘Giardino di San Nicola’ con lo sterco.
Ma Nenè non si arrende e urla con la sua voce che si è fatta flebile (anche se ha un canto d’usignolo, ndr): “non perseguitatemi, aiutatemi a far bello il giardino di San Nicola”.
Ha ormai una certa età Nenè, da poco scampata al Covid grazie alla Madonna, lei dice e tanti testimoniano direttamente. Sta riversando l’Amore di Maria su quel giardino colorato. L’aiuta quasi sempre la mamma di un bambino ‘speciale’. Alle spalle c’è la figlia Selene, missionaria del sociale, tutor della riserva litorale romano, operatrice di servizio civile dell’associazione vigili del fuoco. Selene è il fiore più bello che Nenè ha coltivato.
SOTTO ATTACCO OSTIA LEVANTE
Ma il caso di Nenè non è un fatto isolato; la zona, nel raggio di qualche chilometro, è di fatto ‘sotto attacco’. Un quadrante di Ostia che sta tirando fuori il meglio dei valori cittadini, con il denominatore comune della prossimità e quotidianità fra abitanti della zona, sta valorizzandosi in diversi luoghi: è il caso della piccola oasi di Stella Polare, dei lavori dei bambini con gli educatori di Punto Luce sponsorizzati dai Donatori di Sangue, la parrocchia san Nicola in Via Passeroni dove l’attività del teatro, dello sport con le squadre di calcio per ragazzini, stato ripopolando un’intero quartiere.
E allora, chi evidentemente ha fastidio nel vedere ‘il bello che sboccia spontaneamente senza particolari business’ (perché le persone soddisfatte non vivono ‘nel bisogno esterno’, illecito o lecito che sia) cerca di distruggere.
E’ il caso delle scritte sui muri dove i bambini della Scuola Statale Segurana (Istituto Scolastico Via Mar dei Caraibi), o gli insulti contro ‘la guardia di finanza’ che è a poche decine di metri dalla parrocchia e della quale alcuni parrocchiani fanno parte come cristiani, o gli imbrattamenti perimetrali.
Insomma tutto fa pensare ad uno ‘scontro’ in atto tra forze del bene e violenti evidentemente in difficoltà in Ostia Levante.
OSTIA, ANGELI E DEMONI
Con la crescita della cultura in questa zona locale, dove del resto ha anche sede il Servizio Sociale e quindi una parte importante delle Istituzioni sociali, dove – non per ultimo – ha sede la Prefettura delle chiese di Ostia che da qualche mese ha costituito una nuova Commissione Cultura cristiana – la lotta al sottobosco dell’anti cultura della criminalità a chi produce il terreno fertile per camorra e mafia, si fa davvero evidente.
Ma l’approccio migliore è sempre quello che ci suggerisce il Vescovo di Roma sua Santità Papa Francesco: impegnare i cittadini che vivono abitato il quotidiano e le case la prossimità. E questo significa mettere in secondo piano gli’esportatori di democrazie ( o teocrazie quando questi portino addirittura il verbo di Dio senza conoscere o quanto peggio ascoltare), i grandi risolutori che fanno arrivare finanziamenti e progettazioni dall’esterno con truppe cammellate e titoli vari; questo approccio rischia di perdersi in un’affascinante quanto falso scontro tra ‘angeli’ contro ‘demoni’ e fa perdere la realtà, la storia, l’identità che è fatta di esseri umani, abitanti, cittadini che da decenni conoscono e hanno coscienza, che non fanno ciò che fanno per ‘spettacolo o apparire o immagine’ ma perché amano con responsabilità e consapevolezza.
“IL PROSSIMO TUO” O DEMO/TEO/CRAZIE?
Invece l’approccio inter associativo, inter parrocchiale, cittadino, da il via alla cittadinanza attiva. Ci sentiamo di dichiarare con forza che Ostia può essere vista come esempio di quella periferia esistenziale che si fa centro di cui ha profetizzato Papa Francesco e ancor più ha testimoniato il Cristo che lanciando il suo Messaggio a tutto il mondo ha tuttavia scelto la sua Gerusalemme terrena per poi estenderla a quella celeste.
Per questo soprattutto i ragazzi imparino a rispettare anzi onorare le pietre viventi dei quartieri, a toccare le loro ferite, i buchi sulle loro mani e piedi, sul loro costato: questa è prossimità e quotidianità. Altra cosa chi viene “dal cielo” che giustamente può dare consigli di luce ma non può sostituirsi all’uomo che soffre e che ama.
Nello stesso modo le Istituzioni attivino veramente i tavoli della 328 con i Servizi Sociali e le Istituzioni del X Municipio di Roma riattivino i luoghi della partecipazione, in senso rappresentativo e non populistico / assembleare, consulte e osservatori perché si combatta davvero la battaglia contro il maligno non con i deus ex machina (e business associati) ma con la verità che è sudore e sangue e che si mostra in profondità agli occhi della gente che le crede.
Concludendo rimandando all’esempio di Nené confidiamo in un’alleanza generazionale costruita sulla prossimità e quotidianità e che davvero potrebbe vincere questa guerra sociale: giovani e anziani insieme ‘nel corretto modo’. Per questo riportiamo le parole di Papa Francesco solo qualche giorno fa: “cari giovani, non abbiate paura di mettere le vostre energie al servizio del Vangelo, con l’entusiasmo caratteristico della vostra età; e voi, cari anziani e cari malati, siate consapevoli di offrire un contributo prezioso alla società, grazie alla vostra saggezza”.