Storie
di Simona Trecca
La storia di Cinzia Sacchetti
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In questi due anni di pandemia il settore che ha maggiormente sofferto a causa delle restrizioni governative è stato quello della ristorazione. Centinaia sono state infatti le attività che dopo il lockdown , non supportate da validi aiuti statali, hanno chiuso i battenti lasciando a casa decine di lavoratori e padri di famiglia.
La storia che vogliamo raccontare è quella di Cinzia Sacchetti romana, classe 1962, che partendo dalla sua esperienza di ristoratrice, appassionata di arte e fotografia si è rimboccata le mani e ha amalgamato questi tre ingredienti per dare vita ad un progetto di rinascita professionale e non solo.
Per oltre 35 anni , insieme alla famiglia, gestisce il Bistrot “La Creperie di Testaccio”, situato nell’omonimo quartiere romano.
Il Bistrot , rinomato per la sua cucina internazionale, vegana, vegetariana , prima creperie a Roma specializzata in galettes al grano saraceno, strizza l’occhio alla cucina contadina regionale italiana, di cui ultimamente grandi chef stellati stanno rispolverando ricette antiche, rivisitate dalla loro creatività. E Cinzia non è da meno. Mostra da subito grande interesse per il recupero delle specialità della tradizione contadina italiana ma soprattutto, comprende il valore della cucina come nutrimento dell’anima e fonte di benessere psicofisico. Le materie prime da lei utilizzate per
la creazione dei suoi capolavori culinari artistici infatti, sono di prima qualità, tenendo conto sia della stagionalità delle stesse che il valore “emozionale” che possono avere sulle persone.
Organizzatrice e docente di numerosi corsi culinari presso la scuola Steineriana Janua di Roma abbraccia il pensiero “antroposofico” che considera di primaria importanza l’armonia e lo sviluppo della persona nella tripartizione tra corpo, anima e spirito.
Attualmente membro dell’I.S.O.C.U. (Istituto per lo Sviluppo Organico dei Centri nell’Uomo) che si prefigge lo sviluppo della coscienza dell’individuo a partire dall’armonizzazione interiore Fisica-Emotiva-Mentale, Cinzia ha in corso una nuova iniziativa che ingloba l’essere umano nella sua interezza psico-fisica.
L’abbiamo intervistata per i lettori de La Croce.
1) C’è un proverbio che recita “chiusa una porta si apre un portone”, nel tuo caso, il portone che si apre è quello della tua casa a Rocca di Papa (Roma) Spiegaci questa insolita iniziativa.
E’ un progetto che nasce dalla difficoltà del momento che stiamo vivendo in Italia dove le Maestrie e i talenti umani sono stati ostacolati e messi a tacere. Ho cercato di utilizzare le risorse che ho a mia disposizione e la mia casa si presta all’accoglienza e alla condivisione. Per questo ho avuto l‘idea dell’ home restaurant . Non si tratta solo di condividere pranzi o cene a tema, volendo anche chef a domicilio, ma anche quello di incontrarsi per corsi culinari e artistici, mostre, ed eventi volti all’ evoluzione spirituale.
2) Cos’è il pensiero “antroposofico” e come si inserisce nel settore della ristorazione?
E’ una domanda questa che meriterebbe una risposta approfondita . Parto dalla mia esperienza personale che risale a più di 20 anni fa quando decisi di far frequentare al mio primogenito l’asilo steineriano a Roma. Da quel momento ho abbracciato l’approccio antroposofico verso l educazione dei figli e non solo. “L’antroposofia è una via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nell’universo. Sorge nell’uomo come una necessità del cuore, della vita del sentimento, e può essere pienamente giustificata se soddisfa questo bisogno interiore.» Così, nel 1924, Rudolf Steiner descriveva la sua filosofia. Filosofia che ha come tema centrale l’uomo nel suo percorso spirituale. Ha ispirato l’agricoltura biodinamica e un diverso approccio all’alimentazione.
Per questo nella mia professione di fotografa pubblicitaria prima e ristoratrice dopo, ho cercato di trasmettere gli insegnamenti ricevuti. Per me stare in cucina è un atto sacro e responsabile.
3) Diverse voci ormai da tempo si levano a difesa di una alimentazione più sana e genuina che aiuterebbero nella lotta di malattie e virus come il coronavirus. Per te , mi sembra di capire è uno stile di vita. Diamo alcuni consigli per chi decide di adottare in maniera definita un’alimentazione sana.
L’alimentazione è uno stile di vita. E’ acquisire la giusta consapevolezza rispetto al nostro primo nutrimento, intendo quello fisico che va a compenetrarsi con il nutrimento spirituale. Il cibo è veicolo di energia. Per questo è indispensabile utilizzare per una sana alimentazione cibi “ vivi e vibranti” ricchi di vitamine . Frutta, verdura e ortaggi di stagione, preferibilmente biologici o meglio biodinamici , cibi freschi e non in scatola, spezie ed erbe
aromatiche, cereali non raffinati, preferibilmente non eccedere con i grassi e zuccheri.
4) Cibo quindi come cultura e crescita spirituale. Come può avvenire questo oggi, in un contesto culinario che vede il cibo spazzatura farla da padrone. Come combattere tutto questo e con quali mezzi?
Bisogna ricominciare a “fare con le mani”. Riprendere le tradizioni culinarie che caratterizzano l’ Italia , la cucina contadina, la semplicità di un cibo che diventa cibo per l’anima. Impastare il pane che diventa un “gesto sacro”, che trasferisce una energia indispensabile al nostro organismo.
Quando si prepara per gli altri una pietanza bisogna fare un lavoro meditativo e di concentrazione; quando si entra in cucina bisogna essere liberi da tutte le preoccupazioni e problemi personali raccogliendosi in un silenzio produttivo. Continuo a credere e ad operare in questa direzione con la speranza sempre accesa. Il lavoro interiore è l’unica strada da percorrere per cambiare noi stessi ed agire rinnovati nel mondo in qualunque luogo o ambito ci troviamo.
E come disse Gandhi: “ Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.” Ed oggi il mondo ha bisogno di una risveglio “umano”. Per contattare Cinzia e gustare la sua arte culinaria scrivere a: [email protected]