Politica
di Roberto Signori
Le bugie di Speranza
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L’avvicinarsi delle elezioni politiche ha spinto Roberto Speranza a tornare in uno studio televisivo dopo due anni e mezzo, per portare avanti la campagna elettorale contro il centrodestra e cercare di gettare discredito sugli avversari. Il modus operandi della sinistra è ormai chiaro da tempo: concentrarsi sull’esponente del partito più forte del momento e tentare di demonizzarlo. Il ritorno del ministro della Salute però non ha fatto mancare diversi scivoloni, dalle dimissioni dal Pd alle solite accuse contro quelli che lui chiama no-vax.
Speranza, intervistato da Lucia Annunziata a In mezz’ora in più su Rai 3, ha puntato il dito contro il Rosatellum: a suo giudizio si tratta di una legge elettorale “folle, fatta di liste bloccate”. C’è dunque molta attenzione sulle liste, anche se le difficoltà riscontrate dal fronte rosso vanno ben oltre la legge elettorale. In tal senso il titolare della Salute si è lasciato andare a un momento di confusione, andando a ripescare un passaggio del passato su cui però occorre fare una precisazione.
“Io mi sono dimesso contro questa legge elettorale da capogruppo del Pd. Feci una grande battaglia. Per me questo resta un vulnus”, ha dichiarato Speranza. Che in realtà aveva deciso sì di fare un passo indietro da capogruppo del Partito democratico alla Camera, ma ad aprile del 2015, quando Matteo Renzi chiese di votare l’Italicum senza modifiche: “Non sono nelle condizioni di guidare questa barca, non smetto di sperare che questo errore che stiamo commettendo venga risolto”.
In quel caso aveva implorato Matteo Renzi, invitandolo ad ascoltare di più il partito sulla legge elettorale piuttosto che intestardirsi per la propria strada. Il 27 giugno 2015 Speranza si era espresso in maniera chiara: “D’Alimonte dice che l’Italicum non funziona per certi aspetti e va cambiato. Che amarezza poter, con un po’ di soddisfazione però, dire che noi lo avevamo detto. Io su questo mi sono dimesso da capogruppo alla Camera del più grande partito del Paese”. L’approvazione dell’attuale legge elettorale (il Rosatellum) avverrà poi, in realtà, soltanto nell’ottobre 2017: ben otto mesi dopo la sua scissione dal Pd e la nascita di Articolo 1 - Movimento democratici progressisti.
Non poteva ovviamente mancare la solita retorica sulle teorie no-vax attribuite al centrodestra. “In queste ore continuo a vedere ambiguità da parte della destra sulla campagna di vaccinazione”, ha lamentato il ministro della Salute. Che subito dopo ha rincarato la dose: “La destra (Meloni e Salvini in modo particolare per le posizioni ambigue che hanno avuto) sono in grado di garantire che la campagna di vaccinazione continuerà con la stessa determinazione che ci abbiamo messo noi? O in questi giorni hanno posizioni a metà perché gli interessa fare l’occhiolino ai no-vax?”.
Sarà curioso vedere se la “tattica rossa” funzionerà o verrà sonoramente bocciata dagli italiani.