Storie
di la redazione
Platinette: L’Italia non è un paese omofobo
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Mauro Coruzzi è uno dei personaggi caratteristi più noti del nostro Paese, noto come Platinette: istrionico, ironico pungente. È stata la prima drag queen della televisione italiana ma da qualche tempo Platinette si vede sempre meno in favore di Mauro Coruzzi, capace di affrontare argomenti ponderati e profondi. Il cambiamento si è consumato negli ultimi anni, dimostrando anche una grande capacità di evoluzione e trasformismo da parte di Mauro Coruzzi.
“Si può giocare a essere tante cose. Io ho creato un cartone animato, l’ho indossato, abbiamo fatto carriera”, ha spiegato Mauro Coruzzi a la Stampa. Mauro Coruzzi è un uomo libero di mente, una libertà “che mi fa dire che non hai fatto ciò che si sarebbe dovuto fare, ciò che ci si aspettava da me o dal mio personaggio”. Per la sua libertà, Mauro Coruzzi è stato anche tacciato anche di essere “fascista retrogrado” e “omofobo” per aver espresso qualche perplessità sul ddl Zan. “Ho anche accettato l’invito di Giorgia Meloni ad Atreju. Mi ha chiamato lei in persona, mi ha detto che avrebbe voluto che andassi a parlare delle ragioni di quelle perplessità e io, molto stupito di quell’invito, e pur temendo e provando una strana diffidenza all’inizio, ho accettato, ci sono andato e ho trovato una platea molto rispettosa e interessata”, ha spiegato Mauro Coruzzi.
E sul ddl Zan, Mauro Coruzzi ha spiegato che a suscitare qualche dubbio è il fatto che “ci voglia una legge che punisca la discriminazione, ma quella l’avevo trovata malfatta e discriminatoria”. A differenza di quanto molti si aspettano che Mauro Coruzzi dica, l’opinionista va controcorrente: per lui l’Italia non è un Paese omofobo e “non lo è mai stato. Paolo Poli ha fatto la carriera che meritava, e tutti sapevano che era omosessuale”. E Coruzzi non accetta quando gli viene fatto notare che i ragazzini vengono aggrediti se si baciano per la strada, perché in Italia ci sono anche “le donne che vengono ammazzate”. Infatti, Coruzzi spiega: “I femminicidi aumentano, ci sono numeri orribili e la questione è scomparsa dalle agende della campagna elettorale. Io, come omosessuale, voglio combattere la violenza contro le donne”
L’opinionista non cerca l’uguaglianza simbolica tra le famiglie eterosessuali e quelle omosessuali, come può essere lo stesso sconto sui biglietti aerei. Punta a qualcosa di più ma per questo viene criticato. “Proprio perché li ho a cuore ho accettato l’invito di Giorgia Meloni ad Atreju. Su quel palco, ho detto che quei diritti non possono essere appannaggio della sinistra, non possono diventare un punto identitario di una parte politica. I diritti non sono ideologici: sono diritti”, ha spiegato.
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