Storie

di Roberto Signori

IRAQ- Partiti dei cristiani in cerca di unità

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

Sull’Iraq incombono di nuovo le ombre della guerra civile, e alcune delle piccole ma litigiose formazioni politiche animate da dirigenti e militanti cristiani provano a trovare forme di coordinamento per affrontare insieme la nuova emergenza. Nelle ultime settimane, rappresentanti di alcuni Partiti creati e guidati da cristiani caldei, assiri e siri si sono riuniti a più riprese a Erbil, nel Kurdistan iracheno, per elaborare strategie politiche condivise e proposte comuni da sostenere nel confronto con le istituzioni e con gli stessi blocchi politici maggioritari che donano la stravolta scena politica irachena. Nell’ultimo incontro, ospitato sabato 3 settembre nella sede del Partito Nazionale Assiro, hanno preso parte anche i rappresentanti dell’Unione patriottica

Della Mesopotamia (Huyodo Bethnahrin Athroyo, HBA) e del Movimento Democratico Assiro (Abnaa al-Nahrain). Dalla riunione è emersa l’intenzione di creare una delegazione comune incaricata di incontrare leader politici, rappresentanti delle istituzioni e anche esponenti delle Chiese presenti in Iraq per esporre a tutti in maniera chiara quali sono le aspettative e le richieste condivise dalle formazioni politiche collegate in un modo o nell’altro alle comunità cristiane autoctone.


L’ennesima fase di instabilità e il rischio che nel Paese si apra una nuova spirale di violenza, Josef Sliwa, esponente dell’Unione Patriottica della Mesopotamia (HBA), ha ribadito in un’intervista a Suroyo TV che le richieste delle sigle politiche animate da militanti cristiani si concenttrano in maniera critica sulle molalità con cui viene gestito il cosiddetto “sistema delle quote”, che garantisce a candidati di fede cristiana 5 dei 329 seggi parlamentari. Sliwa ha anche auspicato che siano convocate presto nuove elezioni politiche, dopo la lunga paralisi seguita a quelle svoltesi nell’ottobre 2021, che a causa dello scontro tra il blocco politico guidato dal leader sciita Muqtada al Sadr e i Partiti sciiti filo-iraniani ha impedito finora di insediare un nuovo governo e eleggere un nuovo Presidente.

Le elezioni del 2121 avevano assegnato 4 dei 5 seggi riservati ai cristiani a candidati del “Movimento Babilonia”, nato come proiezione politica delle cosiddette “Brigate Babilonia”, milizia armata guidata da Ryan al Kildani (Ryan “il caldeo”), formatasi nel contesto delle operazioni militari contro i jihadisti dello Stato Islamico (Daesh) che portarono alla riconquista delle aree nord-irachene cadute nelle mani jihadiste nel 2014.

In realtà, alcune voci della scena politica irachena sostengono che l’instabilità e la paralisi che tormentano l’Iraq dal tempo dell’abbattimento del regime di Saddam Hussei sono dovute in parte proprio al “sistema delle quote” utilizzato in Iraq, che implica anche una distribuzione delle cariche istituzionali basata sui criteri di appartenenza alle diverse comunità etnico- religiose. A fine luglio, dopo che i militanti della coalizione politica guidata da Muqtada al Sadr (uscita come forza di maggioranza relativa dalle elezioni dell’ottobre 2021) avevano occupato il Parlamento come atto di forza per superare lo stallo che impediva la formazione di un nuovo governo, il Patriarca caldeo Louis Raphael Sako, in un appello rilanciato anche dall’Agenzia Fides (vedi Fides 2/8/2022) aveva rimarcato che l’approccio settario e il cosiddetto “sistema delle quote” hanno prodotto “corruzione e ingiustizia”. Nel suo appello, il cardinale iracheno invitava anche i rappresentanti delle forze politiche a cercare “nuovi approcci e nuove strade” per disegnare un sistema politico efficiente, in cui le istituzioni siano poste al servizio del popolo, e non di interessi partigiani.
In diverse occasioni, il Patriarca Sako ha stigmatizzato anche la frammentazione delle sigle politiche animate da leader e militanti cristiani

Abbonati agli albi cartacei de La Croce e all’archivio storico del quotidiano

07/09/2022
3005/2023
Santa Giovanna d'Arco

Voglio la
Mamma

Vai alla sezione

Politica

Vai alla sezione

Articoli correlati

Storie

COLOMBIA - Ancora un anno segnato dalla violenza

“Incoraggiamo, con immensa speranza, la volontà del governo nazionale e dell’ELN di avviare gli aiuti umanitari nel nostro territorio, che ci porteranno sostegno e incoraggiamento per continuare la lotta per la pace. Facciamo appello all’ELN, alle Audifensas Gaitanistas de Colombia, alle Fuerzas Revoluzionarias Mexicanas e alle Fuerzas Armadas RPS-Cartel del Norte, per un cessate il fuoco unilaterale per celebrare il Natale nella pace e manifestare la loro volontà di volersi impegnare per la pace con gesti concreti”. L’appello, contenuto in una dichiarazione intitolata “Non un morto in più”, viene lanciato dal Vescovo di Istmina-Tadò, Monsignor Mario Alvarez Gomez, “a nome della Chiesa cattolica nel Chocó”.

Leggi tutto

Storie

Davos: “La gente aspetta soluzioni”

Il parroco Kurt Susak analizza aspetti positivi e non dell’evento che raduna politici, economisti e artisti

Leggi tutto

Chiesa

Papa Francesco: “impariamo dagli indigeni”

Papa Francesco incontra i partecipanti al sesto incontro globale del Forum dei popoli indigeni, promosso dal Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD)

Leggi tutto

Storie

Suore di clausura aprono pagina Facebook ma la Santa Sede dice no

Suore di clausura commissariate perché troppo social. E allora, loro, si oppongono all’arrivo di una nuova madre superiora. Succede in Toscana, a Pienza. L’ultimatum è scaduto ma le 13 suore di clausura non ne vogliono sapere di accogliere una nuova donna alla guida del loro convento di clausura, prevista da un decreto della Santa sede. Il monastero coinvolto è quello di “Maria Tempio dello Spirito Santo” a Pienza (in provincia di Siena), come riporta la stampa locale, che ospita 13 suore benedettine di clausura.

Leggi tutto

Politica

QUALCHE DOMANDA VERA PER SFATARE IL MITO SCHLEIN

Leggo di commenti antisemiti verso Ely Schlein e me ne dispiace. Mi dispiace anche che non abbia trovato il tempo per dire una parola di cordoglio per Hillel e Yagal Yaniv, due ragazzini di 21 e 22 anni, fratelli israeliani, uccisi dai palestinesi la sera in cui veniva eletta leader del Pd. I due avevano la colpa di frequentare la scuola rabbinica vicino Nablus. Attorno alla Schlein sta nascendo una nuova mitologia eroica, alimentata dai deliri di Concita Di Gregorio e Michela Marzano, con Michela Murgia perfetta triade della fuffa montata.

Leggi tutto

Politica

LA GUERRA TRANSISTERICA CHE SI COMBATTE A SCUOLA

Il Daily Mail la chiama “transisteria” a scuola. Noi del PdF la denunciamo, con la scritta “no gender nelle scuole” messa nel simbolo, da più di 7 anni.

Leggi tutto

La Croce Quotidiano, C.F. P.IVA 12050921001

© 2014-2023 La Croce Quotidiano