Storie
di Mirko De Carli
SE LA GUERRA A PUTIN È GIUSTA COMBATTIAMOLA NOI E NON PER CONTO TERZI
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Il problema, come sempre, è andare a fondo delle ragioni che ti spingono a fare una scelta anziché un’altra. La narrazione unica dell’aggressore e dell’aggredito rispetto al conflitto in corso in Ucraina dovrebbe interrogarci tutti in maniera radicale e netta: se Putin è un dittatore sanguinario che sta martoriando un popolo indifeso, perpetuando una nuova e più subdola formula di genocidio etnico, perché non scendere in campo direttamente noi per tentare di salvare delle vite umane prima che ne muoiano tante altre?
La storia è segnata da crimini di guerra come è altrettanto contraddistinta da azioni militari di Stati sovrani che hanno messo i loro “scarponi” in terra straniera per difendere la libertà e la vita stessa di interi popoli a rischio di estinzione. Se ascoltiamo i messaggi quotidiani dei leader occidentali la rappresentazione offerta di Putin è decisamente simile a quella dei Saddam Hussein o Osama Bin Laden per i quali il mondo occidentale si è speso per una vera propria guerra di liberazione. Allora perché in questo caso si sceglie di immolare il popolo ucraino a combattere per conto nostro una guerra che, da civile, va decisamente ben oltre i confini nazionali per nostra esplicita volontà politica? Non siamo vili e decisamente vigliacchi nell’esprimere una solidarietà a parole che poi nei fatti si traduce in un bieco “armiamoci e partite”?
L’Occidente purtroppo è vittima della sua stessa ideologia distruttiva: concepire le persone come cose. Per questo intende salvaguardare i propri stili di vita immolando un popolo povero e vittima di un’ideologia nazionalista dominante per arrogarsi il dritto di governare un’altra cospicua fetta di interessi economici globali come quelli derivanti dall’economia interna delle Federazione Russa. Questa guerra è figlia dell’imperialismo consumista e globalista, condannato per primo da San Giovanni Paolo II dopo il crollo del muro di Berlino, che vuole imporre in tutto il mondo il suo pensiero: non esiste altro Dio al di fuori del danaro.
Se davvero le parole di Putin ci feriscono e animano uno scatto d’orgoglio nella nostra umanità lasciamo perdere atti vili come armare o addestrare gli ucraini e prepariamo i nostri popoli a difendere con le unghie e con i denti quei valori di democrazia e libertà per i quali i nostri genitori hanno detto sì alla nostra venuta al mondo. Solo questa nostra forza di spirito ed una fede certa nel destino del nostro popolo potrà far abbassare lo sguardo allo zar russo e obbligarlo a scendere a più miti consigli: la guerriglia per conto terzi farà solo danni in termini umanitari ed economici sempre più irrimediabili.