Politica
di Mario Adinolfi
CON CORAGGIO NEL NOSTRO FUTURO
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L’assemblea nazionale del Popolo della Famiglia convocata a Pomezia per il 15 e 16 ottobre, partecipata da 118 delegati in rappresentanza dei circoli territoriali del partito, ha approvato con una sola astensione il dispositivo finale proposto dalla presidenza nazionale come sintesi di un dibattito che in due giorni ha visto alternarsi sul palco 42 oratori. Il dispositivo finale conferma, preso atto della sconfitta elettorale del 25 settembre occorsa in condizioni emergenziali particolari, l’impegno politico del Popolo della Famiglia a sostegno dei principi non negoziabili e dei bisogni concreti delle famiglie e delle imprese italiane, in questi anni sottoposte ad un continuo choc economico ed esistenziale (basti pensare al caro energia, all’inflazione galoppante, ai diritti fondamentali lesi con la scusa della pandemia) privo di ancoraggio in valori profondi o nell’interesse nazionale, sostituito da politiche prone a diktat sovranazionali a cui nessuno dei partiti del centrodestra come del centrosinistra sembra oggi capace di sottrarsi. A sostegno delle famiglie prostrate, delle imprese ferite, dei valori profondi sradicati da una politica talvolta miope e talvolta cieca, si schiera il Popolo della Famiglia che proseguirà dunque la sua azione sui territori. Nello specifico, ogni realtà regionale individuerà una o due sfide elettorali su cui appuntare la propria attenzione nel 2023 da affrontare con il nostro simbolo; preso atto di una diminuzione del numero di militanti dovuto anche a oltre due anni di folli regole sul Covid, riprenderanno con intensità le iniziative territoriali finalizzate sia agli obiettivi elettorali che alla raccolta di nuova militanza; si riprenderà l’attività formativa itinerante costruita con i moduli dell’Università della Politica, per la creazione di quadri dirigenti preparati ad affrontare le sfide della comunicazione e dell’amministrazione; si utilizzeranno strutture associative collegate per entrare in contesti in cui non si può entrare con la sigla partitica, sfruttando i circoli Voglio la Mamma e La Croce Quotidiano, che raccoglierà anche proposte e elaborazione del territorio; si costruirà un baluardo anche mediatico contro la continua discriminazione dei credenti, per la libertà religiosa e quella scolastica, per contrastare la penetrazione dell’ideologia gender nelle scuole e nella società, per il diritto alla vita. Proprio sul diritto alla vita il Popolo della Famiglia si impegnerà per depositare in Parlamento una proposta di legge di due soli articoli. Il primo proporrà il diritto universale a nascere, il secondo il diritto universale a non essere soppressi. Il Popolo della Famiglia entra così con coraggio nel proprio futuro, sapendo di dover interpretare un ruolo di natura storica, perché in assenza del PdF certi precisi valori ormai non sarebbero più difesi da nessuno.