Politica

di Roberto Signori

Giorgia Meloni: la scienza non è religione

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“Riconosciamo il valore della scienza, certo, per questo non la scambiamo con la religione. Quel che contestavamo delle scelte prese da precedenti governi è che non ci fossero evidenze scientifiche alla base di alcuni provvedimenti. Non c’erano certezze che i vaccini facessero bene ai ragazzi di 12 anni ma li abbiamo vaccinati, quando tutti erano d’accordo che a loro facesse bene lo sport ma gli abbiamo impedito di farlo. Abbiamo impedito una cosa sulla quale c’erano certezze e obbligato un’altra in cui non c’erano evidenze”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni durante la replica al Senato per la fiducia al governo.

Ancora parlando di sanità, Meloni ha detto: “Nel pubblico la sfida è superare l’emergenza e ripristinare le prestazioni ordinarie. Dobbiamo imparare dalla crisi pandemica cosa non ha funzionato al meglio per correggerla secondo alcune linee d’azione, come la prossimità. Dobbiamo riportare la sanità verso i territori, valorizzare il ruolo dei medici di medicina generale e coinvolgere il sistema delle farmacie nell’erogazione di alcune prestazioni”. Poi c’è il tema “dell’incentivo alla telemedicina, alle cure domiciliari, dei presidi territoriali nelle aree interne, sui cui tante battaglie abbiamo condotto in questi anni, alle quali oggi ovviamente va data continuità”.

Gli ospedali, ha proseguito la premier, “devono entrare a pieno titolo nell’era digitale. La digitalizzazione della Sanità agevola lo scambio di informazioni e massimizza i benefici per gli utenti. Bisogna migliorare la comunicazione tra ospedale e territorio e stiamo ragionando su un unico software sanitario come il fascicolo sanitario elettronico”. Meloni ha aggiunto che “il diritto alla salute è riconosciuto in Costituzione e non è accettabile il dilagare del turismo sanitario conosciuto i questi anni nella nostra nazione. È un obiettivo quello di ridurre le disuguaglianze tra le regioni nell’erogazione delle prestazioni sanitarie e dei Lea”.

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27/10/2022
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