Chiesa
di Raffaele Dicembrino
Il Papa incontra i regnanti di Giordania
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Un colloquio di 25 minuti, con al centro la situazione Medio Oriente e la questione migranti, quello avvenuto oggi privatamente tra Papa Francesco e il re della Giordania, Abdullah II ibn al-Hussein. Il sovrano è stato ricevuto questa mattina nel Palazzo Apostolico, accompagnato da un corteo di auto diplomatiche. Presente anche la regina consorte Rania. Al loro quarto incontro da inizio pontificato, Francesco e il re - come riferisce la Sala Stampa vaticana - hanno parlato della situazione in Medio Oriente.
Il Papa, in particolare, ha ringraziato il sovrano per il ruolo di protettore dei luoghi santi e per l’accoglienza offerta dalla Giordana ai migranti dell’area. Il piccolo Paese retto dal 1946 dalla monarchia hashemita, con poco più di dieci milioni di abitanti e risorse naturali non illimitate, accoglie infatti oltre un milione di siriani in fuga dalla propria terra, come pure migranti lavorativi, di altre nazionalità, che vengono da zone limitrofe impiegati soprattutto nei settori dell’agricoltura ed edilizia. Un esempio di accoglienza per il quale il Papa ha espresso la propria gratitudine.
Della questione profughi si è discusso anche nei “cordiali colloqui” di re Abdullah in Segreteria di Stato, dove ha incontrato il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali. Oltre all’“apprezzamento per i buoni rapporti bilaterali esistenti”, sono stati numerosi e di grande rilievo i temi affrontati, come informa una nota della Sala Stampa vaticana: “Si è fatto riferimento alla necessità di continuare a sviluppare il dialogo interreligioso ed ecumenico, garantendo sempre che la Chiesa cattolica in Giordania possa esercitare liberamente la propria missione”, si legge. “Nel rilevare l’importanza della promozione della stabilità e della pace nel Medio Oriente, con un particolare riferimento alla questione palestinese e al tema dei rifugiati, si è ribadita la necessità di custodire ed incoraggiare la presenza cristiana nella regione. A tal proposito - informa ancora il comunicato vaticano - si è sottolineata la necessità di continuare a preservare lo status quo nei Luoghi Santi a Gerusalemme, luogo di incontro e simbolo di coesistenza pacifica, in cui si coltivano il rispetto reciproco e il dialogo”.
Come consuetudine, al termine del colloquio con il Papa, dopo la presentazione della delegazione giordana, si è svolto lo scambio dei doni. Il sovrano hascemita ha donato al Papa la copia fotostatica di un antico Corano, dell’incenso naturale e un’ampolla d’acqua dal sito del Battesimo. Francesco ha ricambiato con una medaglia in bronzo, incorniciata nel marmo, raffigurante San Pietro e il colonnato, i volumi dei documenti papali, il Messaggio per la Giornata mondiale della Pace di quest’anno, il Documento sulla Fratellanza Umana, il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020, a cura della Lev.