Storie
di Roberto Signori
La “strana” rotta degli scafisti
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Imbarcazioni di scafisti sarebbero partite dal porto di Gela o dalle coste dell’Agrigentino per raggiungere la Tunisia e far immediato rientro con il “carico” di migranti. E’ quanto emerso dall’operazione ‘Mare aperto’ della polizia di Caltanissetta che ha sgominato la banda eseguendo 18 misure cautelari per associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I destinatori del provvedimento sono undici tunisini e sette italiani. Il Gip ha disposto il carcere per 12 di loro e gli arresti domicialiari per gli altri sei
Le indagini hanno avuto inizio il 21 febbraio 2019 quando, all’imbocco del porto di Gela, si è incagliata una barca in vetroresina di 10 metri con due motori da 200 cavalli, segnalata da un pescatore del luogo. Gli accertamenti condotti dagli investigatori della Squadra mobile hanno permesso di appurare che l’imbarcazione era stata rubata a Catania pochi giorni prima e che erano sbarcate decine di persone di origini africane. Gli investigatori sono quindi risaliti a una coppia di origini tunisine che favoriva l’ingresso irregolare sul territorio italiano, principalmente di cittadini nordafricani.
Il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina è aggravato dal fatto che l’associazione era composta da più di dieci persone e aveva carattere transnazionale. A questo si aggiunge l’ulteriore aggravante di aver esposto a serio pericolo di vita i migranti trasportati e di averli sottoposti a trattamento inumano e degradante e, ancora, di aver commesso i reati per trarne un profitto.
Il prezzo a persona, pagato in contanti in Tunisia prima della partenza, si sarebbe aggirato tra i 3mila e i 5mila euro e il presunto profitto dell’organizzazione criminale, secondo stime investigative, si attesterebbe tra i 30mila e i 70mila euro per ogni viaggio. Il 26 luglio 2020, per uno dei viaggi pianificati dagli indagati, un’imbarcazione sarebbe partita dal Porto di Licata in direzione delle coste tunisine per prelevare delle persone da condurre in Italia. Solo l’avaria di entrambi i motori non ha permesso la conclusione del viaggio e il natante è rimasto alla deriva.