Storie
di Roberto Signori
In Cisgiordania è allarme violenza
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Nuova giornata di sangue in Cisgiordania, con cinque palestinesi uccisi dell’esercito israeliano in diversi incidenti e una soldatessa israeliana investita intenzionalmente da un palestinese e ferita un modo grave. La tensione è ancora altissima in Terra Santa dopo gli attentati e gli scontri di mercoledì scorso a Gerusalemme e Nablus. Con le ultime vittime sono salite a 136 quelle palestinesi e 31 le israeliane negli ultimi otto mesi del 2022, numeri drammatici di una violenza che per Israele sarebbe “fomentata in particolare da Hamas e dalla Jihad islamica, che puntano ad una militarizzazione della lotta. Per questo l’esercito israeliano ha dislocato in Cisgiordania ben 26 battaglioni, il doppio rispetto all’inizio dell’anno.
Ma sempre più spesso l’ingresso di queste nuove truppe nei villaggi viene accolta con una forte opposizione popolare, come è accaduto ieri a Beit Umar, alla periferia di Hebron, quando due jeep militari hanno subito un guasto ed i soldati sono stati circondati da una folla minacciosa. Che secondo Israele avrebbe iniziato a sparare e lanciare ordigni, costringendo i soldati a rispondere al fuoco per mettersi in salvo. Così sarebbe stato ucciso un militante di al-Fatah, il 44.ne Mufid Khalil che è stato poi sepolto con onori militari.
In circostanze simili sono morti poco dopo a Kafr Ayn, nei pressi di Ramallah due fratelli ventenni, Jawad e Zafer Rimawi. Le urla strazianti del padre sono state subito rilanciate dai media palestinesi e hanno forse innescato l’istinto di vendetta in Mamun Fayez Abu Ali, 45 anni e padre di cinque figli, che ha travolto con la sua auto una soldatessa israeliana di 20 anni ed è stato poi ucciso da altri soldati. In serata è morto anche un agente dei servizi di sicurezza palestinesi, Raed Ghazi al-Naasan, 21 anni.