Politica
di Giuseppe Udinov
Qatargate, Cozzolino rinuncia all’immunità
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L’eurodeputato Andrea Cozzolino, eletto nel Pd ma recentemente autosospeso dal gruppo S&D, è stato ascoltato dalla commissione Affari giuridici del Parlamento europeo (Juri), come aveva chiesto lui stesso, in una audizione stamattina a Bruxelles, a porte chiuse, a seguito della richiesta della magistratura belga di revoca della sua immunità parlamentare, nel quadro dell’inchiesta in corso sul cosiddetto scandalo “Qatargate”.
Cozzolino si è dichiarato estraneo a tutte le accuse di traffico di influenza e ha affermato di essere pronto a rinunciare alla propria immunità, una decisione che comunque dovrà prendere l’Europarlamento. L’eurodeputato ha lamentato di non essere ancora mai stato ascoltato, nonostante la sua richiesta in questo senso, dal giudice belga Michael Claise, che conduce l’inchiesta e ha affermato, inoltre, di avere delle relazioni “cordiali”, come “con molti altri colleghi” ed “esclusivamente personali e di natura amichevole” con l’ambasciatore del Marocco in Polonia Abderrahim Atmoun. L’ambasciatore è uno dei personaggi sospettati nell’inchiesta di fare da tramite nei tentativi di corruzione degli eurodeputati. “Sono queste le uniche circostanze di fatto, vere e riscontrabili, che sono in grado di riferire sui fatti oggetto della richiesta di revoca dell’immunità”, ha affermato Cozzolino di fronte alla commissione. E ha sottolineato subito dopo: “Voglio aggiungere di non aver mai ricevuto somme di danaro, né direttamente né indirettamente, né contrattazioni finanziarie, né per me né per qualsivoglia associazione, fondazione, Ong, impresa o persona fisica”.
Cozzolino ha poi spiegato come Francesco Giorgi, ex assistente del principale accusato nel Qatargate, l’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri, sia diventato suo assistente, e come questo sia alla base delle accuse che lo riguardano. “Il sospetto nei miei confronti è basato sul fatto che Giorgi lavorasse alle mie dipendenze, essendo stato in precedenza assistente di Panzeri”, ha rilevato, ricordando poi che “è prassi di questo Parlamento, come di tanti parlamenti nazionali, assumere come propri collaboratori funzionari accreditati dall’aver collaborato nelle precedenti legislature con altri deputati, ma non più rieletti con più ricandidati”.
L’europarlamentare ha insistito che il sospetto in base al quale è accusato “potrebbe riguardare, per quanto è generico e aleatorio, ogni e ciascun deputato per ogni e ciascuna attività svolta all’interno del Parlamento europeo”. E questo, ha rilevato, è “un dato che, in particolare in Italia, è stato obliterato dal clamore della vicenda”. Non si è tenuto conto, ha evidenziato Cozzolino, “della profonda differenza tra il sistema giudiziario italiano e quello belga, che è ispirato a un modello inquisitorio”.
Un modello “che mette gli investigatori in condizioni di compiere attività che in Italia sono possibili solo sulla base di accuse ed elementi concreti e circostanziati”. Tanto che, ha affermato, “dinanzi al nostro Parlamento nazionale, quello italiano, una richiesta di revoca dell’immunità siffatta sarebbe negata per la sua genericità”
Ma a questo proposito Cozzolino ha poi annunciato, la decisione “di rinunciare all’immunità parlamentare riconosciuta dalla legge”, ringraziando i membri della commissione per averlo ascoltato.
“L’ attività parlamentare qui a Bruxelles relativamente alle vicende del Qatar e del Marocco è totalmente incompatibile con l’ipotesi di una sua partecipazione a una rete di influenza a favore di questi Stati. Ad ogni buon conto, al fine di consentire l’accertamento della verità dei fatti e di sollevare i membri del Parlamento dalla pressione dei media, ha formalmente annunciato di rinunciare all’immunità concessagli dalla legge”, ha poi dichiarato Dezio Ferraro, l’avvocato dell’europarlamentare, al termine dell’audizione.