Storie

di Gabriele Alfredo Amadei

Crisi energetica

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Sono convinto che non sia mai esistito, né mai esisterà, un periodo storico migliore e soprattutto più vivibile rispetto ad un altro: il peccato originale ha introdotto il male nel Creato, e solo il ritorno di Cristo permetterà la completa redenzione del mondo e dell’uomo.

Tuttavia è innegabile che con l’ampliamento e il potenziamento della comunicazione, assistiamo ad una accelerazione parossistica, nel campo dell’informazione, di notizie e condizioni che chiamarle
assurde è quasi pleonastico.
L’amplificazione allarmistica del problema climatico, con le previsioni più catastrofiche possibili (la cui verità qui non intendo analizzare) si sono scontrate, negli ultimi due incontri mondiali sul
clima, con la riluttanza di alcune nazioni (Cina ed India in prima fila, praticamente metà della popolazione mondiale) ad adeguarsi agli obiettivi per il controllo delle emissioni proposti dalle nazioni tecnologicamente ed economicamente evolute (il “miliardo d’oro” della popolazione mondiale).
Incurante di tale debacle, la Comunità Europea ha continuato politiche e disposizioni che impatteranno in modo sostanziale sia con le nostre economie, sia con la nostra stessa vita.
L’abolizione dei motori endotermici, l’adeguamento del patrimonio immobiliare, la trasformazione delle risorse energetiche da fossili a rinnovabili, tutto nell’arco di meno di 15 anni, avranno effetti
devastanti nel nostro continente. L’industria dell’auto è la risorsa più importante e trainante per le economie italiane ed europee, mentre la conversione alle auto elettriche favorirà la Cina che è
leader mondiale per le batterie e i motori elettrici (e di manodopera a buon prezzo!). L’adeguamento immobiliare comporterà un impegno economico non indifferente soprattutto per le famiglie con conseguenti problemi architettonici (ma vogliamo mettere il cappotto a Ca’Foscari di Venezia, o a palazzo Chigi a Roma?), ma anche logistico, considerato che dovremmo trovare materiali e
attrezzature per adeguare milioni di abitazioni in tutta Italia, ed in tempi anche molto stretti. E se tutto va bene, ovvero riusciamo a centrare tutti gli obiettivi per il 2035, il risparmio globale di CO2
rappresenterà meno del 20% del totale, considerando che appunto, la maggior parte delle altre nazioni non vogliono sottostare a questo capestro.
Ultima, ma non l’ultima, l’embargo dei prodotti petroliferi provenienti dalla Russia. Un duro colpo per l’economia russa, ma soprattutto per le nostre. Al punto tale che, forse, qualcuno dovrebbe aver ricordato agli organi europei proposti, che tale imposizione provocheranno danni irreparabili.
Ma ancora più incredibile è stata la soluzione proposta dalla CE: l’embargo è irrevocabile, ma se un paese terzo (non la Russia né un paese europeo), acquista petrolio o prodotti derivati dalla Russia e
lo “lavora”, per esempio lo mescola con altro petrolio non russo, il risultato sarebbe un nuovo prodotto non più soggetto ad embargo. Ovviamente non sembra stabilito, e non sarebbe possibile
farlo, di quanto sia tollerabile la percentuale di petrolio non russo nel nuovo prodotto: forse qualche litro su milioni di barili potrebbe già essere sufficiente per il libero commercio. E neppure soggetto
al price-cap! In pratica un “paese terzo” acquista il petrolio russo, lo “lavora”, e poi lo rivende all’Europa a prezzo adeguatamente maggiorato.
L’approvvigionamento di energia “verde”, o rinnovabile, è un altro problema non indifferente, considerando che, in genere, vento e sole sono difficili da programmare e soprattutto il sole viene
meno nei momenti in cui c’è maggior bisogno di energia (notte e inverno). Alle ovvie critiche sulla fattibilità e sufficienza delle risorse rinnovabili, il 5 febbraio u.s. Timmermans (capo del clima dell’UE) alla 13° Assemblea IRENA, tenutasi ad Abu Dhabi, ha affermato che “Il continente africano sarà probabilmente il partner più importante per l’Europa in termini di sviluppo del settore delle energie rinnovabili”.
L’idea peraltro non è né nuova né originale: sono anni che si parla di come sfruttare tali risorse in Africa (soprattutto solare e idrogeno), ma finora i costi e i problemi erano eccessivi rispetto al costo del gas russo.​
Beninteso è senz’altro positivo che si dia, finalmente, la possibilità a questo continente di partecipare alle fortune del “mondo del miliardo d’oro”, ma veramente pensiamo che il mondo
occidentale non mediti di poter sfruttare “anche” queste risorse nel continente africano?
Veramente pensiamo che i paesi che stabiliranno i contratti di fornitura (considerando anche che i paesi africani non potranno partecipare da gestori di tecnologie che non possiedono) permetteranno un riscatto economico delle nazioni e popolazioni coinvolte? O, come già è accaduto nel passato, e non solo in quello remoto, un’improvvisa ricchezza si riverserà su poche persone, mentre il resto del paese non beneficerà praticamente di nulla, o nel peggiore dei casi, solo dell’inquinamento e del problema dello smaltimento dei rifiuti?
Sicuramente la strada di questa nuova colonizzazione è già tracciata e fa specie pensare che chi la propone, appunto l’Europa, si dimostra ancora una volta cinica e irresponsabile sul bene comune.
Ultima ventata di follia, il terremoto devastante che ha colpito la regione Anatolica, la Turchia e la Siria: tutto il mondo occidentale ha trasmesso solidarietà e inviato aiuti alla Turchia. Solo la Russia
ed alcune nazioni islamiche sono corse in aiuto della Siria. L’Italia, prima fra le nazioni europee, ha aspettato 5 giorni per mandare aiuti in Siria. Il Presidente Mattarella ha inviato un messaggio di
cordoglio ad Erdogan, ma non ad Hassad. Purtroppo anche i disastri naturali hanno un colore politico ed ideologica. La Turchia (la cui democrazia forse non è proprio un modello occidentale)
deve avere comunque l’attenzione dell’occidente; per la Siria, no! E il colmo dell’ipocrisia era, in alcuni notiziari, la scusa che Hassad non voleva dare aiuti ai ribelli di quelle zone, e non piuttosto le
sanzioni occidentali che impedivano l’invio perfino degli aiuti umanitari in quella martoriata nazione.
Abbiamo il compimento del rifiuto dell’Europa all’appello del Santo Padre San GiovanniPaolo II che invocava il richiamo delle radici giudeo-cristiane nella Costituzione Europea: non c’è spazio in
questo nostro continente ai “veri” valori che hanno sviluppato e fatto grande l’Europa. Il rispetto della vita, la solidarietà, la compassione, il rispetto reciproco! ttps://www.euractiv.com/section/energy-environment/news/timmermans-africa-likely-to-be-eus-
most-important-renewable-energy-partner/
https://www.huffingtonpost.it/economia/2023/01/22/news/
sanzioni_lue_sta_ancora_comprando_il_petrolio_di_putin_-_ma_raffinato_dallindia-11128842/

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18/02/2023
0206/2023
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