Politica

di Mirko De Carli

POTREBBE ESSERE DIO

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Poco dopo essere intervenuto a un convegno sullo stato delle carceri italiane mi arriva un sms da Consuelo Nespoli, un’amica bergamasca, con una foto e un’emoticon gioiosa: la settimana no gender targata Popolo della Famiglia ha preso il via. Ma entriamo nel merito: una campagna nazionale di affissioni con la denuncia e il dettaglio delle “armi da difesa” (con qrcode dedicato) per le famiglie della colonizzazione ideologica di stampo genderista sempre più dilagante nella scuola pubblica italiana. Belle pure le clip di presentazione che vedono susseguirsi le voci di Mario Adinolfi , la mia, quella di Carlotta Toschi e di altri amici e amiche.

In una stagione politica dove le nostre storiche battaglie sembrano appaltate di default alla leadership governativa di Giorgia Meloni in tanti, troppi, risultano ciechi davanti al diffondersi indisturbato di corsi e lezioni che hanno come obiettivo quello di propagandare ai nostri piccoli e giovani l’idea malata e distorta di una sessualità distinta dalla natura biologica della persona. Il sesso, quindi, non più come un dato ma come una libera di scelta.

Un presupposto ideologico che porta già diversi Stati, in tante parte del mondo, a consentire le famiglie nel somministrare appositi medicinali per bloccare la normale crescita dei nostri ragazzi con bombardamenti ormonali in grado di stoppare il naturale formarsi dell’orientamento sessuale della persona lasciandolo poi falsamente libero di modellarsi, durante la maggiore età, con l’espressione della volontà individuale. Una società, quindi, dove l’uomo si sostituisce letteralmente a Dio e decide della propria natura con lo stessa naturalezza consumista con cui compra un giubbino a un banalissimo centro commerciale di periferia.

La domanda diventa ancora più seria quando tutto questo entra nella dinamica educativa: che cosa significa “educare”? Letteralmente “tirare fuori”, cioè far palesare la caratterizzazione identitaria della persona senza forzatura ideologica alcuna. Educare alla sessualità, quindi, oltre ad essere primaria responsabilità della famiglia quale (come recita la Costituzione stessa) prima agenzia educativa non può aver nulla a che a vedere con idee manipolative capaci di recidere un rapporto sano e virtuoso con la natura di cui ognuno di noi è fatto.

Sì, quella natura che portò un immenso Giacomo Leopardi nel lontano 1819 a scrivere queste commoventi parole:

«Sempre caro mi fu quest’ermo colle,

e questa siepe, che da tanta parte

dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.

Ma sedendo e mirando, interminati

spazi di là da quella, e sovrumani

silenzi, e profondissima quïete

io nel pensier mi fingo, ove per poco

il cor non si spaura. E come il vento

odo stormir tra queste piante, io quello

infinito silenzio a questa voce

vo comparando: e mi sovvien l’eterno,

e le morte stagioni, e la presente

e viva, e il suon di lei. Così tra questa

immensità[3] s’annega il pensier mio:

e il naufragar m’è dolce in questo mare.»

Forse lor signori non si sono mai interrogati sul fatto che nella natura stessa del nostro essere maschi e femmine potrebbe esserci la carezza di un padre e di una madre che ci hanno dato la vita. Per dirla più semplicemente, parafrasando una celebre canzone del maestro Renato Zero, potrebbe essere Dio?

Anche solo per lo slancio di un dubbio dedicate qualche minuto alla campagna no gender pidieffina: troverete una ragione in più per respirare liberi (sopratutto i vostri figli) in tempi dominati da fitte coltri di nebbia ideologica.

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20/02/2023
3009/2023
S. Girolamo

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