Chiesa

di Tommaso Ciccotti

Il Papa agli artisti: sappiate creare meraviglie e armonia

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“Mi piace il lavoro che fate, è un lavoro evangelico, poetico”, un lavoro “che va sulla strada dell’armonia”. Lo ha affermato il Papa, ricevendo questa mattina in Vaticano circa 200 tra membri della Fondazione Ente dello Spettacolo e registi e attori amici, in occasione dei festeggiamenti per i 75 di attività dell’organismo legato alla Cei. Francesco ha consegnato il discorso preparato e si è rivolto a braccio ai presenti, tra i quali il regista premio Oscar Giuseppe Tornatore, Liliana Cavani, Antonio Albanese, Giacomo Poretti, Marco Bellocchio e Susanna Nicchiarelli, sottolineando quanto sia importante armonizzare le differenze, proprio come fa lo Spirito. La sua opera consiste nel “non annientare le differenze, non uniformare le differenze, ma armonizzare, allora capiamo - ha detto- cosa sia la bellezza. La bellezza è quell’opera dello Spirito Santo che fa di tutto l’armonia”. Papa Francesco si sofferma sui libri di teologia, che parlano tanto della verità, ma meno della bellezza, “lasciata da parte, o almeno nell’angolo”. La bellezza invece ha una grande importanza:

I libri di teologia parlano tanto del verum, della verità; parlano del bonum; del bello, della bellezza, non tanto: il bello è come l’“ancilla”. Sembrava che non c’entrasse, nella riflessione teologico-pastorale, riflettere sulla bellezza. Quella bellezza che ci salverà, come ha detto qualcuno; quella bellezza che è l’armonia, opera dello Spirito Santo. Le differenze diventano allora un’opportunità da cogliere, una via da seguire. Per farlo occorre affidarsi allo Spirito:

La bellezza è quell’opera dello Spirito Santo che fa di tutto l’armonia: dei contrari, degli opposti, di tutto… Pensiamo – a me dice tanto, questo – alla mattina di Pentecoste, quando si crea tutto quel problema, tutti parlano, nessuno capisce che succede, un disordine grande… È lo Spirito a fare un’armonia di tutto questo: tutto è differente, tutto sembra contraddittorio, ma l’armonia è superiore a tutto. E il vostro lavoro va sulla strada dell’armonia.

Il Papa nota che “volendo qualificare le grandi opere del cinema, possiamo dire che un buon motivo sono gli attori, sì, ma soltanto - sottolinea - le opere che sono riuscite a esprimere l’armonia, sia nella gioia, sia nel dolore, l’armonia umana, sono quelle che passano alla storia”. Da qui il grazie agli artisti e l’invito ad andare avanti, senza distogliere lo sguardo dal passato:

Per questo ringrazio per il vostro lavoro. È un lavoro evangelico. Anche un lavoro poetico, perché il cinema è poesia: dare vita è poetica. E ringrazio tanto per il vostro cammino: andate avanti, andate avanti, dietro ai grandi. Voi, come italiani, avete una storia gloriosa su questo, una storia gloriosa. Continuate avanti.

Nel testo preparato e consegnato ai presenti - l’udienza si è svolta appunto con un discorso a braccio - Francesco ha affidato un compito agli artisti: quello di “ridestare la meraviglia”, in un mondo “sempre più artificiale, dove l’uomo si è circondato delle opere delle proprie mani”. Nel racconto della creazione “Dio è sia autore che spettatore”. La prima pagina della Bibbia è allora “una storia di coinvolgimento, di bellezza e di passione. Di amore”. In questa pagina si può trovare “il senso del lavoro culturale. Da una parte c’è l’azione creativa, dall’altra il contemplare e il valutare”. Francesco dopo aver ricordato come in Italia il mondo cattolico abbia dato vita “a una molteplicità di esperienze legate alla comunicazione sociale e in particolare al cinema”, citando tra gli altri i centri di impegno in ambito radiofonico, teatrale, cinematografico e successivamente televisivo dell’Azione Cattolica, come l’ufficio voluto da Pio XI che oggi è la Commissione nazionale valutazione film della Conferenza episcopale italiana, fino alle Sale della Comunità, frutto dell’impegno di oratori e parrocchie, ha poi incentrato il suo discorso sullo stupore: Sembra che Dio stesso provi stupore, meraviglia davanti alla bellezza delle creature, specialmente quando contempla l’essere umano. Vorrei dirvi: ripartiamo da qui, dall’arte come stupore, prima di tutto per chi la fa, per l’artista. l Papa ha citato quindi un film del regista russo Andrej Tarkovskij, vissuto nello scorso secolo. L’Andrej Rublëv, prodotto nel 1966, rilegge la storia della Russia del XV secolo attraverso le gesta del pittore russo Andrej Rublëv. Il vescovo di Roma definisce “un capolavoro” questo film: Penso a quel capolavoro che è l’Andrej Rublëv di Tarkovski: l’artista rimane muto a causa del trauma della guerra. Viene da pensare a ciò che sta accadendo anche oggi nel mondo. Rublëv non dipinge più, nemmeno parla più. Si aggira smarrito in cerca di un senso, finché assiste alla fusione di una campana. E al primo rintocco di quella grande campana il suo cuore si riapre, la sua lingua si scioglie, riprende a parlare e riprenderà a dipingere. E lo schermo si riempie dei colori delle sue icone. L’artista, venerato come santo dalla Chiesa ortodossa, è considerato da molti il più grande pittore di icone. Francesco sottolinea come quel suono generi stupore in Rublëv: Il suono della campana, che esce dalla terra e dal bronzo, come per miracolo, riempie di stupore l’animo dell’artista e in un certo senso egli avverte in esso la voce di Dio, che gli sussurra: “Apriti”. Come aveva detto Gesù nel Vangelo: «Effatà» Il Pontefice si sofferma sulla prima pagina della Bibbia, il racconto della creazione che sembra scorrere come un film. Dio, “creatore e spettatore”, proverà anche stupore: È una storia di coinvolgimento, di bellezza e di passione: di amore. Ma al termine delle sue azioni creatrici, Dio compie un gesto sorprendente: diventa spettatore della sua opera, contempla quanto ha realizzato ed esprime il suo giudizio: «vide che era cosa buona». Ma per l’uomo, fatto a sua immagine e somiglianza, la “recensione” è ancora più appassionata: «era cosa molto buona». Proprio nel racconto della creazione si può trovare anche il senso più profondo della vocazione di un’artista, del suo lavoro culturale: In questa pagina sacra, cari amici, registi, attori, donne e uomini che lavorate nel cinema, possiamo trovare anche il senso del vostro lavoro culturale. Da una parte c’è l’azione creativa, dall’altra il contemplare e il valutare. Mi pare che potete rispecchiarvi in questo meraviglioso affresco biblico, che ha affascinato tanti artisti e non finisce mai di stupire e di stimolare l’immaginazione e la riflessione.

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21/02/2023
3005/2023
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