Politica

di Roberto Signori

Le Regioni di sinistra si chiamano fuori dall’emergenza

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Dopo la dichiarazione da parte del governo dello stato di emergenza per i flussi di migranti in entrata nel nostro Paese, viene nominato il commissario delegato. Ieri il capo del Dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio, ha firmato l’ordinanza con le prime disposizioni urgenti, tra cui la nomina di una struttura commissariale, guidata dal capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del ministero dell’Interno, Valerio Valenti. Avrà compiti di gestione e potenziamento del sistema di accoglienza su quasi tutti i territori. Quasi, perché le quattro Regioni a guida Pd non hanno dato il via libera all’intesa e dunque non saranno sotto il commissariamento governativo nella gestione dell’emergenza. Si agirà dunque in Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia e delle Province Autonome di Trento e di Bolzano, ma non Emilia Romagna, Toscana, Campania e Puglia.

Nell’ordinanza Curcio ricorda che si «sta determinando una situazione di grande difficoltà derivante dalla saturazione del sistema di accoglienza nazionale gestito dal Ministero». Ma i territori a guida Pd non ci stanno, mentre anche i sindaci dem che si scagliano contro gli emendamenti al decreto Cutro tra cui la stretta alla protezione speciale. «Siamo molto preoccupati», scrivono in un documento congiunto i primi cittadini di Roma Roberto Gualtieri, di Milano Beppe Sala, di Napoli Gaetano Manfredi, di Torino Stefano Lo Russo, di Bologna Matteo Lepore, di Firenze Dario Nardella. «Non bisogna ragionare in ottica emergenziale - continuano - ed è secondo noi sbagliato immaginare l’esclusione dei richiedenti asilo dal Sai (il sistema di accoglienza gestito dagli enti locali, ndr), precludendo loro qualunque percorso di integrazione e una reale possibilità di inclusione ed emancipazione nelle nostre comunità. Non condividiamo la cancellazione della protezione speciale, misura presente in quasi tutti i paesi dell’Europa occidentale, mentre circa il 50% dei migranti presenta vulnerabilità ed è in parte significativa costituito da nuclei familiari». Il leader della Lega Matteo Salvini, partito promotore degli emendamenti che stringono i criteri della protezione speciale, ribadisce la linea: «Sulla cosiddetta protezione speciale noi andiamo avanti. Ci sono i numeri che dicono che è stato un fallimento totale. Solo il 5 per cento di questi permessi speciali che non esistono in nessun’altra parte d’Europa, sono diventati lavoro. E quindi vuol dire che erano un incentivo all’illegalità». E il leader della Lega aggiunge: «Spiace quando qualcuno dice solo dei no per ideologia. Le quattro regioni di sinistra sono le uniche che hanno detto di no all’autonomia. Le quattro regioni di sinistra sono le uniche che si oppongono ad una cosa normale che ci chiede anche l’Europa e cioè di allontanare dal territorio chi entra irregolarmente».

La struttura commissariale guidata da Valenti sarà composta da 15 persone. E tra i compiti avrà anche quello di coordinare l’attività per l’accoglienza dei migranti in strutture provvisorie, garantendo vitto, alloggio e mediazione linguistica. Dovrà anche gestire il servizio continuativo di trasporto marittimo e aereo dagli hotspot di emergenza ai territori dove saranno individuati i centri e le strutture di accoglienza, per evitare situazioni di collasso come quelle dell’hub di Lampedusa.

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17/04/2023
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