Società
di Mario Adinolfi
L’ERRORE GRAVISSIMO DI MONS. PAGLIA
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Leggo dal Riformista il testo del discorso integrale al festival del giornalismo di Perugia di Mons. Vincenzo Paglia, che guida la Pontificia Accademia per la Vita: “Non è da escludersi che nella nostra società sia praticabile una mediazione giuridica che consenta l’assistenza al suicidio nelle condizioni precisate dalla Sentenza 242/2019 della Corte costituzionale: la persona deve essere “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”.
Non è la prima volta che Paglia si lancia su temi delicati, come quando dichiarò che la legge 194 è “un pilastro”, salvo due giorni dopo doversi correggere dichiarandola “legge iniqua”. Prima che faccia danni in materia di suicidio assistito gli spieghiamo che la sentenza 242/2019 è stata immediatamente travolta dalla prassi, con l’autorizzazione al suicidio concessa al 44enne Federico Carboni il 16 giugno 2022, primo caso assoluto nel nostro Paese. Federico non era “tenuto in vita” da nessun trattamento di sostegno vitale, non era attaccato a nessuna macchina. Era un disabile grave come ce ne sono centinaia di migliaia nel nostro Paese ed è stato ucciso dallo Stato a 44 anni proprio richiamando la sentenza 242/2019 e travolgendone i finti paletti. In base alle condizioni di Federico potrebbero essere sterminati tutti i malati di Alzheimer o di demenza senile che non sono più autosufficienti, magari in base a fantomatiche dichiarazioni passate come si fece con Eluana Englaro.
Le parole di Paglia vanno subito corrette, la sentenza 242/2019 è un’invasione di campo della Corte Costituzionale che ha di fatto legiferato senza averne il potere. In una società che invecchia e vuole eliminare coloro che considera improduttivi abbattendo nel contempo le nascite con aborto e contraccezione di massa, nell’illusione neomalthusiana del “meno semo mejo stamo”, se si fa ambigua anche la voce della Chiesa finiremo destinati a una condizione infernale, da cui nessuno si consideri immune. Perché se il principio è far nascere pochissimi bambini e sopprimere tutti i sofferenti non produttivi, lo spazio per la vita si riduce a un isolotto circondato dall’oceano della cultura della morte.